L’impegno dei giovani invade Milano

L’impegno dei giovani invade Milano

In città arriva «Sentilvento»: due giorni di incontri per gli under 30 legati alle realtà missionarie della diocesi. Cuore dell’evento sono il racconto e l’apertura al diverso. Anche con ragazzi di altre religioni

 

“IncontraMi – Missione in rete”, il weekend di raduno di tutti i giovani della diocesi di Milano legati agli Istituti missionari, era nato quasi per caso dopo la cancellazione improvvisa del Workshop missionario in piazza Mercanti, nel centro della città. L’ottobre 2019 era il Mese missionario straordinario indetto da Papa Francesco, perciò era sembrata una scelta sensata organizzare qualcosa di diverso dal solito. Ma quello che è risultato è stato qualcosa di molto superiore alle aspettative: i feedback arrivati alla conclusione della due giorni sono stati tutti estremamente entusiasti. Dai momenti di formazione a quelli di intrattenimento, dal grande gioco per la città fino al semplice incontrarsi e conoscersi, tutti i partecipanti sono rimasti felicemente colpiti.

«IncontraMi non doveva essere il primo di una serie di eventi» racconta Gabriele Bedani, 44 anni, animatore decanale dei gruppi missionari e uno degli organizzatori. «Era una proposta fatta in occasione del Mese missionario straordinario e doveva finire lì. Ma vedendo le risposte che abbiamo avuto in quel weekend, già la sera stessa della domenica ci siamo detti che andava assolutamente rifatto». E infatti l’evento torna anche quest’anno: “Sentilvento – Missione in rete” sarà il titolo dell’edizione 2020, che vede ancora protagonisti i giovani della diocesi.

Niente più Workshop missionario, quindi. «Era un formato che non stava funzionando più di tanto. Ci permetteva di farci vedere, ma non ci portava a incontrare persone nuove» spiega Gabriele. E con gli Istituti missionari “relegati” ai loro stand e alle loro attività di animazione, non c’era nemmeno un grande scambio interno. «Il successo di IncontraMi è dovuto al fatto che risolve due grandi criticità del Workshop: permette alle varie realtà di collaborare nella progettazione del weekend e stimola i giovani a buttarsi nelle attività, coinvolgendo anche persone esterne». Un esempio lampante è stato il gioco a squadre della scorsa edizione, che ha sparso i partecipanti in tutta Milano e li ha spinti a raccontare la missione interagendo con i passanti. Fino anche a farsi invitare a casa di uno sconosciuto per pranzo.

Gli effetti della riuscita di IncontraMi si sono prolungati fino al 2020, anno in cui ogni risorsa disponibile deve essere messa in campo per battere gli strascichi della pandemia. «Oltre ai tantissimi suggerimenti, la cosa più bella che noi organizzatori abbiamo ricevuto è stata la disponibilità creatasi nelle persone» racconta Gabriele. «L’anno scorso nel direttivo eravamo in cinque, quest’anno siamo in sette, tutti laici. In più c’è una nutrita squadra di giovani che si sono offerti di organizzare le varie parti dell’evento».

L’obiettivo dell’anno scorso era “fare il botto”. Quest’anno è “fare il bis del botto”. «Missione in rete deve riuscire ad affermarsi e a dimostrare che funziona, che può diventare un appuntamento fisso». Spiega Gabriele. Il primo passo è stato quello di collegare l’evento alla Veglia missionaria diocesana del 24 ottobre. Sentilvento si terrà dal 24 al 25: i giovani si incontreranno al Centro Pime di Milano, dove potranno passare anche la notte, e da lì, in serata, si recheranno a piedi in piazza Duomo per partecipare alla Veglia… facendosi vedere e sentire lungo la strada.

Il resto del programma prevede, come per la scorsa edizione, un grande gioco a squadre in cui il campo è l’intera Milano e che punta a coinvolgere più persone possibile. Non mancano ovviamente momenti di preghiera, che culminano nell’adorazione notturna e nella possibilità di confessarsi. Chiaramente il Covid-19 impone distanziamento e mascherine per tutti; ma questo non ha fermato gli organizzatori, che si sono preparati a due weekend completamente diversi: uno che segue un normale (e sperato) svolgimento degli eventi, l’altro che limita al minimo la possibilità di essere esposti al virus, con arrivi scaglionati, misurazione della temperatura, pasti monoporzione e tutte le fastidiose procedure a cui questi mesi ci hanno abituato.

Ma c’è una seconda, grande novità nel programma di Sentilvento e la troviamo nel pomeriggio del sabato: un incontro con i giovani di altre religioni, a cui sono già stati invitati musulmani, buddisti e ortodossi. Il tema è di nuovo quello del Coronavirus, e in particolare di come loro hanno vissuto la pandemia. Sarà un momento di racconto e di confronto aperto. «È stata una decisione presa dopo lunghe discussioni nel comitato organizzativo» racconta Gabriele. «Innanzitutto perché sconvolge la struttura della passata edizione e non tutti erano convinti che fosse una mossa saggia. In secondo luogo perché dovevamo capire quale fosse il modo migliore per far intervenire le altre religioni. Quello che volevamo evitare era di fare uno di quegli incontri ecumenici in cui ci si conosce a vicenda, ma poi si va a casa ognuno con le proprie idee».

D’altronde IncontraMi era nato proprio per favorire la contaminazione. E il Covid-19, contaminando mezzo mondo, ha giocato a nostro favore: è diventato l’esperienza comune a tutti, il motivo per cui ci preoccupiamo, soffriamo e speriamo insieme, un terreno di scambio. Da qui la scelta del titolo dell’evento: «Sentilvento nasce dall’immagine della barca usata da Papa Francesco nella sua preghiera in piazza San Pietro durante il lockdown, che ha colpito tutti» spiega Gabriele. «Ovviamente ci sono dentro il simbolo tipicamente missionario della barca, quello dello Spirito Santo come vento nelle nostre vite… Ma il cuore di Missione in rete è proprio quello di lasciarsi spingere da questo vento per muoversi, fare passi gli uni verso gli altri, verso chi è diverso da noi per scoprire nuovi orizzonti».