Tra i percorsi di fede e di crescita organizzati dal Pime per i ragazzi c’è di nuovo anche Giovani e Missione, che ricomincia dopo due anni di stop forzato
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, oltre quarant’anni fa, il Pime ha iniziato a inviare giovani nelle sue missioni. Tante cose le abbiamo poi riviste molte volte, perché si sa che la Storia si ripete, altre invece sono state delle novità (la pandemia globale, per esempio…); alcune a cui eravamo abituati sono cambiate, altre sono rimaste uguali.
Se la capacità di adattarsi (come insegnava Darwin) determina chi resta in gioco, i Cammini del Pime per i giovani, che ripartono a ottobre, sono uno splendido esempio di adattamento: nel tempo hanno saputo accogliere e assimilare le novità e fronteggiare obiettivi inediti. E questo grazie anche ai partecipanti stessi delle varie proposte, visto che i ragazzi che concludono un percorso vengono spesso coinvolti nell’organizzazione come animatori, portando le proprie esperienze e sensibilità: le équipe così non ristagnano, ma accolgono al loro interno sempre “l’ultima generazione”.
Durante la pandemia di Covid-19, che ha bloccato i viaggi, i Cammini del Pime si sono adeguati modificando la propria fisionomia, ma quelli che prevedevano una partenza per la missione sono dovuti forzatamente “entrare in letargo”: tra questi proprio Giovani e Missione (Gm), che insieme a Mission Exposure (Mex) è la proposta nata per chi vuole vivere un’esperienza estiva di servizio in una terra lontana, ma è anche pronto a rivedere poi la propria quotidianità. Ora finalmente anche Gm riparte, dando a tanti ragazzi e ragazze la possibilità di entrare in contatto con la missione e compiere un viaggio che cambierà la loro vita. Come nessun’altro Cammino, infatti, Gm è in grado di stravolgere le certezze e generare domande costruttive, di reimpostare percorsi di crescita attorno a ciò che per ciascuno è davvero essenziale. Impegnativo, con la sua durata di due anni a frequenza obbligatoria; sfidante, con il suo affrontare tematiche tanto universali quanto stimolanti; e pieno di grandi incertezze, dato che chi lo comincia non sa nemmeno in quale Paese del mondo e con chi passerà l’estate. Gm ha tuttavia dimostrato di funzionare così com’è, senza diluizioni o addolcimenti, visto il desiderio di partire che in tanti hanno manifestato anche durante i due anni in cui il Cammino è stato sospeso causa pandemia.
Una seconda chiave per il successo delle proposte Pime è stata l’attenzione, da parte dei missionari, ai nuovi bisogni dei giovani: ogni volta che un desiderio si faceva strada nel cuore di tanti, i padri hanno saputo rispondere con un nuovo Cammino, un’iniziativa o un cambiamento. Basti pensare al lancio, solo qualche anno fa, di GPS: una proposta pensata per la fascia d’età estremamente ridotta dei 18-20 anni – quei ragazzi che, finito il liceo, si apprestano a prendere decisioni fondamentali per la loro vita senza alcun supporto strutturato da parte di oratori, parrocchie o istituzioni laiche. GPS affronta invece i temi della costruzione della propria identità e del discernimento vocazionale, a partire dalla Parola, e con un’attenzione tipicamente missionaria al mondo.
Anche il Percorso biblico missionario ha risposto a un’esigenza manifestata dai giovani stessi: non tanto quella di avvicinarsi alla Parola, quanto quella di imparare a farlo in autonomia. Il cammino, molto semplice nella scansione della sua giornata tipo (lectio, riflessione personale, condivisione a gruppi), si configura così sia come un viaggio alla scoperta dei libri meno “frequentati” dei due Testamenti, sia come una scuola per approfondire la Bibbia autonomamente.
Ma c’è anche chi ha bisogno di fare, di sporcarsi le mani. Sono nati per questo le Giornate di lavoro a Villa Grugana di Calco (Lc) e il percorso di #Beatome a Busto Arsizio. Con stili diversi e diversi “esercizi fisici” da svolgere, entrambi i Cammini permettono di fare volontariato nel senso più classico del termine. A questo si unisce un percorso di riflessione su temi che variano di anno in anno, per un lavoro anche su se stessi e sulla propria crescita.
Lo stesso concetto è alla base della Mangrovia, una compagnia teatrale giovanile nata proprio da persone che, frequentati per qualche anno gli altri Cammini, hanno deciso di restituire quanto ricevuto attraverso lo strumento dello spettacolo. Chi vuole mettere in gioco il proprio talento artistico potrà farlo lavorando su sceneggiatura, musica, ballo, canto… Sapendo che, oltre a preparare un’esibizione, avrà la possibilità di crescere e cambiare attraverso incontri e momenti formativi.
Per informazioni: pimegiovani@pimemilano.com
Volontariato con l’università
È rivolto a tutti gli studenti e le studentesse dell’Università Cattolica di Milano il progetto “Be Present – Volontariato al centro”, promosso dai missionari del Pime e dall’Ufficio Educazione Mondialità all’interno del Centro Pastorale dell’Ateneo.
Be Present ha in sé due anime: da una parte i giovani possono giocarsi nella carità e nel servizio nel territorio di Milano, dall’altra viene chiesto loro di vivere dei momenti di condivisione e formazione per rileggere la propria esperienza nell’ottica della crescita umana, personale e spirituale. Molteplici le attività di servizio che è possibile svolgere, anche rispetto ai desideri e gli interessi degli studenti.
Per informazioni, clicca qui o scrivi a: matteo.brognoli@unicatt.it