Nei seminari del Pime di Yaoundé, Pune e Monza, un centinaio di giovani sono in cammino verso il sacerdozio. Sostenere la loro formazione è un modo di supportare l’opera di evangelizzazione e il servizio ai popoli nel mondo. Scopri qui come fare
I seminaristi del Pime in cammino verso il sacerdozio e la missione percorrono strade che principalmente partono da seminari filosofici in terra di missione e convergono poi a Monza per l’ultimo importante tratto di strada, cioè gli studi teologici.
Attualmente nei seminari filosofici di Yaoundé – in Camerun – e di Pune – in India – sono accolti circa quaranta ragazzi mentre a Monza i seminaristi sono una sessantina, di tre continenti diversi e dieci nazionalità: un mosaico di culture, tradizioni e lingue che trovano la loro sintesi nel percorso comune e nella vocazione missionaria di ognuno. Questi giovani sono la fotografia della Chiesa che verrà, che avrà certamente un volto molto diverso dall’attuale.
Nel seminario di Pune confluiscono non solo i ragazzi del subcontinente indiano ma tutte le vocazioni asiatiche, in quello di Yaoundé giungono i giovani che chiedono di fare un cammino verso il sacerdozio dai Paesi africani e infine nel cosiddetto seminario maggiore, cioè il seminario teologico internazionale di Monza, convergono tutti dopo gli studi di filosofia per intraprendere, appunto, quelli teologici.
Il loro è un percorso lungo e impegnativo di discernimento e consapevolezza. Non solo: l’esperienza in seminari internazionali, dove l’interculturalità e la multiculturalità sono di casa, rappresenta una sfida di vita significativa per questi ragazzi. Un cammino accompagnato da validi formatori e insegnanti anch’essi provenienti da realtà internazionali del Pime, vuoi per origine vuoi per esperienza di servizio.
Anche i benefattori del Pime possono partecipare a questo viaggio, avendo la possibilità di accompagnare i seminaristi fino al momento dell’ordinazione. Da molti anni infatti c’è l’occasione di sostenere a distanza il percorso di un seminarista del Pime e di poterlo seguire, innanzitutto spiritualmente ma anche economicamente, nel suo cammino verso l’ordinazione e poi la partenza per la missione che gli verrà a quel punto indicata. Il percorso formativo, nel suo aspetto spirituale, apostolico e accademico, sottolinea in modo particolare l’aspetto dell’ad gentes, preparando i futuri missionari all’incontro con realtà in cui il cristianesimo è minoritario e all’annuncio del Vangelo ai non cristiani, che è il carisma del Pime.
Il seminario forma anche le vocazioni laiche, ossia quelle dei “fratelli”, che alla fine della preparazione vengono consacrati senza tuttavia prendere gli ordini sacerdotali, poiché la centralità della comune vocazione missionaria è vissuta sia nella modalità laicale sia in quella presbiterale, unendo laici e sacerdoti nel Pime: la chiamata a essere “tutti e solo missionari”.
L’Ufficio Aiuto Missioni della Fondazione Pime propone il sostegno di seminaristi, affidando ciascuno di loro all’accompagnamento di una o più persone che, senza palesarsi, s’impegnino a sostenere nella preghiera un giovane, contribuendo anche al supporto economico della sua formazione. È poi il rettore del seminario a mantenere i contatti con gli amici sostenitori, informandoli sulla vita in comunità e sul cammino dei giovani.
Sostenere il percorso di un seminarista che si prepara per la vita missionaria significa supportare il lavoro sociale ed evangelizzatore della Chiesa nel mondo. Questo aiuto è prezioso per la missione di domani, in quanto permette di formare sacerdoti e laici che porteranno avanti l’annuncio del Vangelo in contesti spesso difficili e lontani.
La formazione dei seminaristi del Pime rappresenta una sfida e un’opportunità straordinaria di crescita, in cui l’interculturalità e la multiculturalità non sono solo valori aggiunti, ma elementi essenziali della preparazione al servizio in terre lontane. Gli anni in seminario permettono di diventare sacerdoti o fratelli consacrati, ma anche missionari pronti a portare il messaggio del Vangelo nelle periferie del mondo, incarnando così il carisma del Pime e contribuendo alla costruzione di una Chiesa sempre più universale e inclusiva.