Tagle: «La mia esperienza nei movimenti popolari»

Il ricordo degli anni nelle Filippine quando «i nostri sogni erano cantati», il sostegno alle cooperative di agricoltori o alle donne disoccupate da giovane prete, il monito sui pericoli del salto dalla piazza alla politica: pubblichiamo la trascrizione di un intervento del prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli tenuto qualche settimana fa a un convegno promosso dall’arcidiocesi di Milano su un tema che dal Myanmar all’America Latina oggi è quanto mai attuale
 

Gli squadroni della morte di nuovo in azione in Iraq

Mentre non si è ancora spenta l’eco della visita di Papa Francesco, nel Paese la violenza delle milizie torna a mostrare il suo volto più brutale. Nella provincia di Maysan è stato ucciso Hattab Jaseb, il padre dell’avvocato Ali, rapito e sparito nel nulla nell’ottobre 2019. Hattab non si rassegnava e chiedeva pubblicamente giustizia 
 

Runa, la figlia di Fukushima che non ha mai visto casa sua

Nata poche ore dopo lo tsunami che ha devastato la centrale nucleare, Runa Hoshiyama, non ha mai visto la sua casa nella città di Tomioka, a pochi chilometri dal luogo del disastro. A dieci anni di distanza Runa vive a Minami-Soma e inizia a fare domande sulla sua casa natale, come racconta un articolo dedicato alla sua storia dall’Asahi Shimbun, il principale quotidiano giapponese
 

La grande corsa al nucleare

Dieci anni dopo Fukushima nel mondo assistiamo a un boom di nuove centrali atomiche in costruzione. Non solo in Cina e in India: tra Asia, America Latina e Africa molti Paesi pianificano nuovi reattori, con l’idea che sia la strada per l’energia “pulita”. Unica eccezione la Germania che spegnerà i suoi 6 reattori nucleari entro fine 2022
 

«In comunione con il Myanmar»

Venerdì 12 marzo alle 20.30 webinar di preghiera e testimonianza con suor Ann Rosa Nu Tawng, simbolo della protesta, Ba Oo, diacono del Myanmar, padre Bernardo Cervellera e il cardinale Matteo Maria Zuppi
 

Afghanistan, negoziati in stallo e sangue sui media

Il 2 marzo tre giornaliste dell’emittente afghana Enikass Tv sono state assassinate a Jalalabad, nell’Afghanistan orientale. L’Afghan Journalists Safety Committee conferma che il Paese è tra i più pericolosi al mondo per gli operatori dell’informazione: almeno nove i giornalisti uccisi dall’inizio dei colloqui di pace con i Talebani
 
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