2,7 milioni di Emmanuel in fuga da Boko Haram
L’Italia è sconvolta per l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi a Fermo, frutto del clima sempre più preoccupante di intolleranza nei confronti dei richiedenti asilo africani. Ma nello sdegno per questo episodio si rischia di dimenticare che il primo protagonista di questa storia è l’indifferenza di fronte alle violenze di Boko Haram
Buddhisti e musulmani in Myanmar, perché si allarga la frattura
Prima arresti dopo il rogo di una moschea a Lone Khin. Paradossalmente proprio la relativa democrazia raggiunta dopo la fine formale del controllo militare, ha concesso maggiori spazi alla propaganda dei nazionalisti buddhisti che, collegati a gruppi di interesse connessi con il vecchio regime
La domanda inevasa (e difficile) delle stragi
IL COMMENTO
Che cosa c’è al fondo dell’animo umano che poi si scatena in modo così crudele sotto la coloritura, il rivestimento o persino l’imbroglio della religione, della protesta, dell’ideologia, della politica, della teoria della sicurezza nazionale o del semplice interesse economico?
Ishrat, l’imprenditrice che toglieva i bambini dalle fabbriche
Alla cena della strage di Dhaka, insieme agli italiani, c’era anche Ishrat Akhond, 45 anni, che aveva condotto una campagna con l’Unicef contro il lavoro minorile. Uccisa anche lei per essersi rifiutata di recitare il Corano davanti agli aguzzini
Armi e sicurezza: il doppio business sulla pelle dei rifugiati
Un rapporto del Transnational Institute rivela che i principali beneficiari dei contratti per la sicurezza dei confini sono gli stessi produttori e venditori di armamenti ai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.
L’imprenditore italiano in Bangladesh: «Che cosa posso fare qui?»
Conosceva bene molte delle vittime della strage Giuseppe Berto, imprenditore padovano da quasi vent’anni in Bangladesh, amico di tanti missionari. Per «Mondo e Missione» nel 2009 aveva scritto una testimonianza che – riletta oggi – può aiutare ad andare oltre certe semplificazioni sugli imprenditori tessili occidentali che producono in Bangladesh
Hong Kong. In marcia per la libertà
Anche quest’anno, più di 110 mila cittadini di Hong Kong sono scesi in strada il primo luglio per ribadire il proprio desiderio democrazia, giustizia e libertà. E per chiedere la liberazione di tutti gli editori “sequestrati” dal governo cinese