Si è spento oggi a 91 anni in India mons. Mathew Cheriankunnel, che negli anni Sessanta fu uno dei primi sacerdoti indiani a entrare nell’istituto. Scelto da Paolo VI nel 1976 come primo vescovo di Nalgonda aveva poi proseguito il suo ministero a Kurnool. Ancora pochi anni fa scriveva: «Non chiedo al Signore una lunga vita, ma la Grazia di continuare a servirlo e a servire la gente»
Il Pime piange oggi in India la morte di una figura molto significativa per la sua storia: a 91 anni nella casa regionale di Eluru si è spento mons. Mathew Cheriankunnel, uno dei primi missionari indiani dell’istituto, chiamato poi a svolgere il suo ministero anche come vescovo in due diverse diocesi del Paese.
Mons. Matthew era nato il 23 settembre 1930 a Kadayanikad nello Stato del Kerala. Ordinato sacerdote il 28 aprile 1962 a Vijayawada, nell’Andhra Pradesh, una delle diocesi fondate dal Pime in India, lì aveva scelto di dedicare anche la propria vita alla missione, chiedendo di poter entrare nel Pime. Erano gli anni in cui – prima ancora di scegliere ufficialmente la strada dell’internazionalizzazione – l’istituto iniziava ad accogliere “ad experimentum” alcune vocazioni missionarie dai Paesi in cui era presente. Nel 1969 così p. Mathew fu inviato in Italia dove compì nel 1970 il giuramento di appartenenza all’istituto, per frequentare poi la facoltà di missiologia all’Università Gregoriana ottenendo la licenza.
Ritornato in India, nel 1972 scriveva all’allora superiore generale: “La Chiesa sta crescendo… io vivo ancora nella mia piccola capanna… penso di costruire la mia casa dopo aver costruito in ogni villaggio una piccola cappella”.
Mentre era parroco a Mylavaram nel distretto di Krishna nel 1976 Paolo VI lo scelse come primo vescovo della nuova diocesi di Nalgonda, ricavata dai territori delle Chiese di Warangal e Hyderabad. Consacrato vescovo nel santuario mariano di Gunadala dall’allora giovane arcivescovo di Bangalore mons. Duraisamy Simon Lourdusamy (futuro cardinale), mons. Cheriankunnel divenne così il primo vescovo del Pime di origine non italiane. Per dieci guidò la diocesi di Nalgonda, che lo ricorda ancora come il proprio padre fondatore. Alla fine del 1986 Giovanni Paolo II lo trasferì come vescovo coadiutore alla diocesi di Kurnool, sempre nell’Andrha Pradesh, di cui nel gennaio 1988 divenne vescovo residenziale. Un incarico che si rivelò molto impegnativo, sia per l’estrema povertà della regione sia per le divisioni del clero e le tensioni tra questi e il vescovo. Difficoltà che minarono anche la sua salute, spingendolo nel 1991 a dimettersi.
Dopo alcuni mesi trascorsi al santuario di Nostra Signora di Velankanni, il più importante santuario mariano dell’India, il vescovo Mathiew si stabilì nel seminario del Pime ad Eluru, dove è sempre rimasto disponibile per il ministero in zona e si è dedicato alla crescita del Pime in India. Per un breve periodo accettò anche un incarico pastorale in aiuto ad altri confratelli nella zona di Bhadrachalam: “È un’area vergine per predicare il Vangelo – scriveva -. I tribali sono poveri e analfabeti e spesso vittime di malattie… Sono felice di essere qui”.
Nel 2016, in una delle sue ultime lettere alla Direzione generale del Pime, esprime ancora tutto il suo slancio pastorale e missionario: “Non chiedo al Signore una lunga vita, ma la Grazia di continuare a servirlo e a servire la gente”.
I funerali di mons. Cheriankunnel si terranno venerdì 1 aprile a Eluru. Verrà poi sepolto nel santuario di Gunadala, dove era stato consacrato vescovo e a cui è sempre rimasto molto legato.