A Busto Arsizio durante la conclusione dell’anno di formazione è stato ricordato il trentennale della fondazione dell’Associazione Laici Pime. Mentre Anna e Alberto con il piccolo Biagio si preparano a partire per il Bangladesh e Silvia per il Camerun
Il 27 giugno l’Associazione Laici PIME si è ritrovata a Busto Arsizio per celebrare la fine dell’anno di formazione 2019-2020. Un anno decisamente anomalo, in cui il Direttivo ha continuato a seguire il programma anche nel periodo di lockdown con incontri virtuali su piattaforme online, affinché i formandi potessero proseguire nel discernimento sulla
partenza in missione.
Pur se in forma condizionata dagli effetti della pandemia, non si è mancato di ricordare i 30 anni dell’ALP, facendo memoria di come molti ALPini abbiano condiviso con i missionari del Pime la missione ad gentes, ad extra e insieme. Alla celebrazione presieduta dall’Assistente Spirituale dell’ALP padre Pierfrancesco Corti hanno partecipato anche fratel Massimo Cattaneo e padre Xavier Lourdh della Direzione Generale, padre Marco Villa, Segretario Generale e padre Natale Brambilla.
Il Vangelo della Messa ci ha ricordato che non basta mangiare, bere, prendere moglie o marito, comprare e vendere per vivere: c’è qualcosa di più che rende questa vita pienamente vissuta. «Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà la manterrà viva» (Lc 17,33).
Perdere la vita per chi? Se perdiamo la vita per Dio, se diamo la vita per Lui non la perdiamo.
Ne abbiamo avuto conferma da questi formandi che hanno fame e sete di vivere pienamente la vita. Tra loro, Anna e Alberto con il piccolo Biagio che partiranno per il Bangladesh, Silvia per il Camerun, insieme ad altri 7 che hanno dato la disponibilità al servizio in missione per almeno 3 anni, ci confermano il qualcosa di più che permette di non sprecare la vita, ma di perderla per Dio, vivendola pienamente.