Nelle conclusioni dell’Assemblea Generale dell’istituto l’annuncio: «Verrà estesa la missione nel Maghreb per rispondere al pressante appello del vescovo di Tunisi»
I missionari del Pime si preparano ad estendere la loro presenza nel Maghreb anche alla Tunisia. È una delle scelte più significative adottate dalla XV Assemblea Generale dell’istituto, conclusasi giovedì 23 maggio a Roma. A renderlo noto è la notizia con cui il sito della Direzione Generale del Pime ha riassunto le conclusioni dell’appuntamento che si tiene ogni sei anni e che – oltre a riconfermare padre Ferruccio Brambillasca alla guida dell’istituto – ha eletto la nuova Direzione Generale.
L’Assemblea ha accolto «la richiesta del Superiore Generale di allargare la presenza missionaria nel Maghreb, estendendo la Missione in Algeria anche in Tunisia, per rispondere al pressante appello del vescovo di Tunisi».
Il Pime è presente con i propri missionari in Algeria dal 2006, quando per la prima volta è stata avviata una presenza in un contesto come quello del Maghreb. Una missione all’insegna della condivisione della vita e del dialogo con il mondo musulmano, come è nello spirito della Chiesa d’Algeria illuminata anche in anni recenti dalla testimonianza dei suoi martiri. Ora questo stesso cammino si estende dunque anche alla vicina Tunisia, al servizio della Chiesa locale guidata dall’arcivescovo Ilario Antoniazzi. Presenza in un un Paese che – come proprio mons. Antoniazzi spiegava qualche mese fa in questa intervista a VaticanNews – vive tuttora dentro la delicata transizione avviata dalla stagione della rivoluzione dei gelsomini nel 2011.
Con l’aggiunta della Tunisia – nelle forme e nei tempi che in accordo con l’arcidiocesi di Tunisi verranno stabiliti – diventeranno 19 i Paesi in cui i missionari del Pime svolgono il proprio ministero fuori dall’Italia.