Con un momento di ringraziamento e preghiera alla presenza del superiore generale dell’istituto si è conclusa ufficialmente la presenza del Pime nella casa siciliana di Mascalucia, nell’arcidiocesi di Catania
Due momenti forti, avvenuti uno la sera del 5 e l’altro la mattina del 6 settembre, per concludere la presenza del Pime a Mascalucia nell’arcidiocesi di Catania. Con la comunità Pime di Mascalucia erano presenti padre Ferruccio Brambillasca, Superiore Generale, padre Fabio Motta, Superiore Delegato per le Delegazione centrale, padre Xavier Lourdh, consigliere generale e padre Carlo Tinello, già Superiore regionale dell’Italia.
La sera di sabato 5 settembre, in un clima di gratitudine e festa commossa, nel rispetto delle misure di distanziamento, un centinaio di persone hanno partecipato all’incontro. I cinque gruppi (Giovani e Missione, Gruppo di preghiera “Padre Pio”, Adulti e Missione, Gruppo “Aquila e Priscilla” e Comunità “Dialogo”) hanno raccontato le loro esperienze vissute con il Pime, soprattutto ricordando l’amicizia e il sostegno ricevuto da molti confratelli che hanno prestato servizio presso la casa nell’animazione vocazionale e missionaria. Un nome su tutti, quello di padre Salvatore Carzedda, poi martire nelle Filippine.
Domenica 6 settembre la concelebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Gristina e concelebrata da diversi sacerdoti diocesani e religiosi, ha espresso in modo solenne la lode e il ringraziamento al Signore per quanto seminato dal Pime nel cuore di tante persone in terra siciliana per più di sessant’anni. «Non sprechiamo la gioia di essere insieme» ha detto l’arcivescovo nella sua omelia riferendosi alla pagina del Vangelo del giorno che riprendeva le parole rassicuranti di Gesù: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18,20). Inoltre, ha espresso il suo ringraziamento a nome della diocesi al Pime per aver sempre richiamato la chiesa locale all’urgenza dell’annuncio del Vangelo, appello valido ancora oggi.
Padre Brambillasca nel suo saluto ha ricambiato di cuore il ringraziamento alla diocesi, ai vari gruppi e persone presenti che in diversi modi hanno condiviso questo bel cammino fatto dal nostro istituto in Sicilia e che ha lasciato segni indelebili nel cuore di molti. Li ha inoltre incoraggiati a continuare «a portare frutto» attraverso il loro stile e impegno missionario, anche con la preghiera. Nel suo intervento padre Ferruccio non ha nascosto il sofferto discernimento che ha portato alla decisione di concludere la nostra presenza a Mascalucia e ha ricordato ai presenti che l’Istituto sta vivendo molti cambiamenti e trasformazioni che richiedono scelte difficili. «Il Pime – ha ribadito il Superiore Generale – rimane disponibile per collaborare qualora invitati e sollecitati dalla diocesi o dai vari gruppi».
Certamente, “lasciare” porta dolore, dispiacere e nostalgia del passato. Questi sentimenti esprimono la nostra umanità, allo stesso tempo ci fanno rendere conto con gratitudine, di tutto quello che abbiamo seminato e raccolto. Come diceva una giovane durante l’incontro: «la vocazione missionaria è il volto più bello della Chiesa che siamo chiamati a testimoniare». Il compito missionario continua.