Padre Angelo Pighin e la sua trappa a Caracol

Padre Angelo Pighin e la sua trappa a Caracol

È morto in questi giorni nella casa di Rancio di Lecco padre Angelo Pighin, per tanti anni missionario in Brasile. A lui il priore di una comunità monastica aveva detto: la tua trappa è tra la gente del Mato Grosso del Sud

 

Il 12 giugno è morto nel casa del Pime di Rancio di Lecco padre Angelo Pighin, 94 anni, a lungo missionario del Pime in Brasile. Era originario di Orcenigo Inferiore, provincia di Udine e diocesi di Concordia-Pordenone, dove era nato il 14 settembre 1924. Al Pime ci era arrivato dopo aver frequentato i primi anni nel seminario diocesano di Udine: era stato poi ordinato sacerdote a Milano il 29 giugno 1947.

Nel 1950 la sua prima partenza per il Brasile con destinazione l’Amazzonia, dove la comunità dei missionari del Pime stava allora muovendo i suoi primi passi. Padre Angelo fu inviato in Amapà dove svolse il suo ministero per quasi trent’anni nella prelatura guidata prima da mons. Aristide Pirovano e poi da mons. Giuseppe Maritano. Nei quasi trent’anni trascorsi in Amazzonia al servizio pastorale affiancò anche l’impegno sul fronte della comunicazioni attraverso la radio e la tipografia.

Nel 1979 venne richiamato in Italia dall’istituto per un servizio come amministratore al Centro missionario di Milano. Al termine di questo incarico, nel 1983, una nuova partenza per il Brasile, non più però per l’Amazzonia ma per il Mato Grosso del sud, dove in quegli anni il Pime aveva avviato una nuova presenza di frontiera in quella che sarebbe poi diventata la diocesi di Jardim. «Il Mato Grosso del sud è al centro esatto del continente sudamericano – scriveva padre Piero Gheddo in quegli anni raccontando le sfide della presenza del Pime in questa regione del Brasile -, con un clima torrido (in certi mesi il termometro è fermo sui 43-48 gradi). Grandi estensioni di pascoli, foreste, mandrie di vacche e bufali, cowboys che girano armati, fazende estesissime custodite da guardie armate a cavallo. La popolazione è formata in gran parte da indios, meticci, neri, paraguayani e immigrati che vengono da tutte le parti. Una terra di avventurieri, briganti, contrabbandieri e povera gente all’ultimo gradino della scala sociale. Pochissimi i bianchi venuti dal sud Brasile, spesso scappati alla giustizia brasiliana».

In questo contesto la frontiera missionaria di padre Angelo Pighin divenne la piccola cittadina di Caracol, una comunità poverissima al cui servizio ormai a sessant’anni si buttò nuovamente senza riserve. Nel cuore però coltivava un desiderio: quello di dedicare l’ultimo scorcio della sua vita interamente alla preghiera. Così nel 1990 si ritirò per due settimane in una Trappa del Paraná, con l’intenzione precisa di farsi monaco. Ma in quei giorni furono i colloqui con il priore ad aiutarlo a convincersi che la sua Trappa era tra i poveri della cittadina di Caracol. Così lì tornò a vivere il suo apostolato missionario, unendo preghiera e servizio agli ultimi.

Solo nel 2002, con l’avanzare dell’età, si ritirò nella Casa Rainha dos Apóstolos di San Paolo dove è rimasto fino a quando nel 2012 – a ormai 88 anni – si era trasferito nella dei missionari anziani di Rancio di Lecco.

I funerali si sono svolti venerdì 14 giugno a Lecco; al termine del rito le sue spoglie sono state traslate nel suo paese di Orcenigo Inferiore, dove sono state tumulate.