Presenti alla cerimonia il superiore generale padre Ferruccio Brambillasca e il vescovo Joseph Vuthilert Haelom. Una struttura al servizio dei missionari ma anche della diocesi, nata appena tre anni fa
Una liturgia semplice ma suggestiva e significativa ha inaugurato la nuova casa della comunità del Pime in Thailandia. Alla presenza del Superiore Generale e di mons. Joseph Vuthilert Haelom, vescovo della diocesi di Chiang Rai nata appena nel 2018, è stata celebrata la Santa Messa e la benedizione portando così alla realizzazione e al completamento di un progetto nato ormai ben cinque anni fa. Tanto è il tempo passato tra l’individuazione di un terreno e la costruzione di una casa che vuole essere sia un centro per le attività dei missionari del Pime che lavorano in Thailandia sia un valido aiuto e sostegno alle molte attività della diocesi di Chiang Rai che, essendo appena nata, non ha ancora molte strutture per far fronte alle esigenze spirituali sia della gente che dei vari religiosi.
Il tanto tempo passato è stato purtroppo determinato alla situazione della pandemia che ha costretto tutti i confratelli della Thailandia a rivedere i sogni di una celebrazione con la partecipazione dei fedeli. La cerimonia, quasi intima, è stata però molto carica di significati: solo lo scorso anno la comunità si è riunita attorno al secondo missionario del Pime di origine Thailandese e la benedizione della casa viene a pochi giorni dall’ingresso nel nuovo anno in cui si celebrerà il cinquantesimo di presenza del Pime in questo paese. Il fatto che la benedizione sia avvenuta in questo contesto e con la presenza sia del superiore generale padre Ferruccio Brambillasca sia del vescovo è stata anche l’occasione per un incontro fraterno nel quale il vescovo ha espresso la sua gratitudine personale al Signore per la presenza e l’attività, secondo il carisma, che i missionari del Pime hanno svolto con grande dedizione in tutti i 50 anni passato.
Anche durante l’omelia, il vescovo ha spronato i missionari a condividere i tanti talenti ricevuti dal Signore per il bene della società Thai e per l’annuncio del Signore ai più lontani. Interrogato sulle urgenze della diocesi di Chiang Rai, il vescovo e il suo vicario generale (anch’egli presente alla cerimonia) hanno sottolineato sia urgenze pastorali che sociali: tra le suggestioni più sottolineate vi sono state l’attenzione e la formazione ai catechisti con il suggerimento (evidenziato anche durante il Sinodo diocesano) di creare dei corsi formativi per i nuovi catechisti e di formazione permanente per i catechisti di lunga data e una particolare attenzione al problema sociale della droga.
La presenza del superiore generale e il clima di condivisione fraterna dell’assemblea della comunità Pime in Thailandia e Myanmar aiuteranno i missionari a rileggere il proprio carisma anche sulla base dei suggerimenti della Chiesa locale. L’unica nota stonata è stata la forzata assenza a questo momento importante del “secondo polmone” della comunità del Pime ovvero la parte del Myanmar. Purtroppo la situazione di grande incertezza politica e di emergenza sanitaria non ha permesso al superiore locale e agli altri confratelli del Myanmar di essere presenti per l’occasione.