12 – 24 – 48 – 72 + 24
“Dall’alba al tramonto”: era la formula con cui, in questi mesi, si organizzavano giornate di scioperi politici e blocchi della circolazione (hartal), con le motivazioni più varie: aumento dei prezzi sui mercati, condanna di un criminale di guerra, pestaggio di studenti universitari, “mancanza di rispetto” alla religione, frequenti interruzioni dell’erogazione della corrente elettrica… Ultimamente la faccenda s’è incattivita. I temi si sono focalizzati su un punto preciso: elezioni con un governo speciale istituzionale, non con un governo formato dai partiti. Nessuna delle due coalizioni arretra, e allora da una giornata (12 ore) si è passati a 2, poi 3 consecutive, lasciando libere le notti che diventavano incredibilmente affollate di traffico e commerci. Niente cambia, allora… sciopero anche di notte: 24 ore, poi 48, poi 72. Si prende l’abitudine di intimidire i disobbedienti bruciando i mezzi su cui viaggiano, gettando bombe rudimentali ma efficacissime per provocare ustioni su tutto il corpo. Entra in uso anche l’incendio preventivo: prima che inizi lo sciopero, si va a spasso dando fuoco a autobus e cittadini, perché si affrettino verso casa… La conta dei morti e dei feriti aumenta. Il governo si straccia le vesti per le crudeltà dell’opposizione; il Segretario del BNP afferma gelido: bombe e incendi sono opera di provocatori mandati dal governo. I professionisti della protesta passano le giornate in strada fra manifestazioni, cortei, picchettaggi; i professionisti della coalizione al potere scorrazzano a caccia di oppositori. Intanto, prosegue per conto proprio la lotta sindacale per l’aumento degli stipendi dei milioni lavoratori delle fabbriche di tessuti e abiti: vogliono che il salario minimo passi da 3.000 a 10.000 taka al mese. Pestaggi, vandalismi, fabbriche chiuse, minacce. Si arriva all’accordo su 5.300 taka (53 euro) al mese.
Ma niente accordo sul fronte politico, e non si sa più che cosa inventare per fare danno. Il governo fa arrestare diversi capi dell’opposizione con l’accusa di istigazione alla violenza; guarda caso, vengono arrestati i moderati, mentre i facinorosi continuano a circolare tranquilli. L’opposizione crea qualche variante: dopo 72 ore consecutive di sciopero, si aggiungano 12 ore di oborod (si può lavorare, ma non circolare). Si fanno marce con le bandiere nere, catene umane, assedi a sedi di partito. I notabili locali di tutti i partiti diventano bersagli, e gli omicidi aumentano.
Ultime notizie: il 17 novembre il tribunale emetterà la sentenza a proposito di Tareq, figlio della capo dell’opposizione Khaleda Zia, accusato di corruzione. I suoi sostenitori si radunano e si preparano a proteste grandiose, qua e là incominciano con incendi e vandalismi prima che la sentenza venga emessa. Poi – colpo di scena: il tribunale assolve Tareq. Grande giubilo! E i danni provocati? Opera di provocatori del governo.
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