Achille
Cinque volte il monte Bianco, tre volte il Rosa, una volta il Cervino; appassionato di musica classica, specie Beethoven e Wagner, e di cinema francese, organizza con gli amici un viaggio in auto da Milano a Calcutta… e là ci casca come una pera! Va a visitare l’opera di Madre Teresa, s’incontra con lei, si ferma come volontario una, due, tre volte. Poiché non riesce ad avere il visa per restare in India, aggancia il PIME come “associato” per tre anni, e dopo un corsetto di leprologia, nel 1977 arriva nel posto più vicino possibile: il Bangladesh.
Trascorre qualche anno a Rohanpur, aiutando nelle “cliniche” settimanali per gli ammalati di lebbra, rinnovando varie volte il contratto di associazione. Ha grande ammirazione e amore per il PIME, ma non entra: custodisce gelosamente fino alla fine la sua personale indipendenza.
Torna per qualche anno in Italia, dove cura fino alla morte i genitori anziani. Dopo di che, ancora Bangladesh, ma questa volta lo accoglie Valerie Taylor, una signora inglese fondatrice e direttrice, vicino a Dhaka, di un noto ospedale specializzato in recupero per traumatizzati. Anche lì, come volontario, assiste, imbocca, massaggia, accompagna i primi passi, pulisce. Valerie lo apprezza per la sua semplicità e disponibilità. Il PIME gli fa da sponda, accogliendolo nei fine settimana per riposo, dormite, cibo buono, preghiera. Quando anche Valerie gli dice che è ormai troppo faticoso per lui continuare, inizia la terza fase: residenza al PIME e tutte le mattine, pian piano, dalle suore di Madre Teresa – sempre ad imboccare, ascoltare, pulire, accarezzare. Gli piace andare in autobus, per sentirsi immerso nella vita quotidiana dei poveri. Di cinema, musica, soprattutto della montagna ha ricordi vivissimi, entusiasti, e invecchiando, parla sempre più spesso; ma nessun rimpianto, anzi! “Mi dispiace di non aver incominciato prima il mio servizio, speriamo che il Signore non sia arrabbiato con me…”.
A 81 anni compiuti, anche andare dalle suore diventa gradualmente troppo faticoso e pericoloso. Con immenso rammarico, a 36 anni dal suo primo arrivo, ritorna nella sua Milano. Grazie Achille, libero cittadino del Regno di Dio!
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