Bentornato
Caro Padre, con gioia ti informiamo che il prossimo 19 ottobre celebriamo la nostra grande festa buddista chiamata WA. I nostri monaci la fanno precedere da tre mesi di penitenza, alcuni vivono vari giorni in caverne per meditare, digiunano. Con questa festa terminano la penitenza e noi fedeli ci uniamo a loro per pregare per la pace e la giustizia, celebrare, festeggiare con gare, giochi, canti, suoni di tamburi, luci… lo facciamo anche nel nostro ostello e i ragazzi sono entusiasti di prepararsi. Pregheremo la mattina nel tempio e poi faremo festa tutto il giorno.
Vogliamo far partecipi tutti gli amici di questa gioia. Quelli che ci aiutano, che ci ricordano, che pregano per noi (e noi per loro).
Dì a tutti che alcuni di noi hanno superato bene gli esami di dodicesima. Uno sta cercando di farsi ammettere all’università, siamo molto fieri. Molti nuovi vogliono venire. La piantagione di gomma cresce. Il frutteto è pieno di papaie grosse, grosse…
La lettera è arrivata con buon anticipo, e poco prima del 19 ottobre sono arrivati, dopo 16 ore di viaggio, Mong Yeo, direttore dell’ostello Marma, con un ragazzo e una ragazza che lo aiutavano a portare un borsone delle loro davvero gustosissime papaie con la polpa rossa e, cosa che non avevamo mai visto, nè io nè i ragazzi e la cuoca bengalesi con cui mi trovo in questi giorni, banane dalla buccia rossa, saporitissime.
Arrivato dall’Italia, potevo ricevere un “bentornato” migliore di questo?
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