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Bilancio

Ovviamente, anche per il 2015, attivi e passivi nel bilancio del Bangladesh. Attivi L’economia, con il tasso di crescita valutato a oltre il 6%, con le esportazioni di abiti in aumento, con l’avvio dei lavori per il grande ponte sul fiume Padma che unirà sud ovest e sud est del Paese, e parecchi altri progetti in via di approvazione da parte del governo. Una donna, Wasfia Nawreen, è il primo bengalese che ha completato la scalata delle sette più alte cime del mondo, incluso l’Everest. La nazionale di cricket ha registrato vittorie entusiasmanti con i nemici tradizionali. La primo ministro è stata premiata all’ONU fra i “Campioni del Mondo” per l’impegno ecologico… Dopo 41 anni è stato siglato un accordo con l’India per sistemare decine di “enclaves”: piccoli spazi bengalesi nel territorio indiano, senza vie di accesso al Bangladesh, e viceversa: pezzeti di India intrappolati in Bangladesh. Rapporti migliorati fra le due nazioni. Passivi Rimane vivo il pessimismo, dopo tre mesi di violenze politiche dell’inizio dell’anno, quando 95 persone persero la vita a causa di bombe incendiarie lanciate su mezzi di trasporto, e 45 in conflitti con le forze dell’ordine che praticano alla grande “esecuzioni extragiudiziarie” di criminali e di avversari politici, una cinquantina dei quali sono stati fatti “sparire”. Gli investimenti privati ristagnano. Quattro “blogger” sono stati accoltellati a morte con l’accusa di ateismo, e altri – minacciati – hanno lasciato il Bangladesh. In episodi distinti, tre ragazzi di circa 12 anni sono stati torturati e uccisi a botte da persone che li accusavano di averli derubati, e in un caso gli assassini hanno filmato la tortura mettendola in rete. Innumerevoli i linciaggi di ladri veri o presunti, e i conflitti anche mortali per il possesso di terreni. A fine anno rialza la testa un terrorismo che sembra aver scelto le vittime per dare segnali chiari: un volontario (italiano) di una ONG (le ONG sono considerate il cavallo di Troia del secolarismo); un giapponese membro della religione Baha’i; tentato omicidio di un pastore protestante (bengalese) e di un prete cattolico (italiano); assalto con bombe a due templi hindù, ad una festa di musulmani Sciiti, ad una moschea della setta islamica Ahmadia, ad una moschea in zona militarizzata; uccisione di poliziotti ad un posto di blocco. Mancano al macrabo appello solo i buddisti, già vittime non molto tempo fa di attacchi a vari villaggi del sud. Le elezioni comunali svoltesi a fine anno sono state una parodia della democrazia: seggi elettorali occupati, schede pre-votate messe a forza nei box, avversari minacciati; forze dell’ordine colluse con i prevaricatori… Chi già aveva il potere, lo ha consolidato, confermando così che la democrazia è una facciata, e spargendo a piene mani i semi di violenza e terrorismo, visti come unica via per sottrarsi al regime. E poi? Disparati i pareri sull’impiccagione di tre criminali della guerra del 1971 e la condanna a morte di due assassini di un “blogger” ucciso tre anni fa. Giustizia o vendetta politica?

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