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Falsi

Da quando guida il camioncino, Massimo sa che lungo le strade fuori città, ad ogni bazar bisogna fare i conti con non meglio identificati “comitati”, che per lasciarti passare chiedono soldi, e in città la polizia spesso e volentieri ferma per controlli. Ma lui ha le carte in regola… Lo fermano ad un posto di blocco a Dhaka, porge i documenti, l’ufficiale si allontana scrutandoli attentamente, i curiosi attendono. Dopo un bel momento, l’ufficiale torna con l’aria accigliata. “Sembrano in regola, ma queste carte sono false, tutte false” “Come sarebbe a dire? Ho fatto i documenti io personalmente, ho aspettato un sacco di tempo. Come fa a dire che sono falsi?” “Guardi, le faccio vedere…” Mentre l’ufficiale s’avvia verso un collega a poca distanza, uno dei curiosi sussurra all’orecchio di Massimo che lo segue: “Quanto t’ha chiesto? Ducento o quattrocento?” – Arrivati, l’ufficiale mostra un altro plico: “Venga. Vede  questi documenti? Carta giallastra, macchie, inchiostro scolorito quasi illeggibile, tipico di una stampante stravecchia. Questo è senza dubbio autentico. Ma il suo? Carta pulita, nuova, stampa nitida, nessuna macchia… non può essere che falso!”

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