Precoci
La legge risale al 1929 ed è chiara: niente matrimoni prima dei 18 anni di età. Ma è altrettanto chiaro che, nonostante ripetuti sforzi di sensibilizzazione da parte di autorità scolastiche, organizzazioni in difesa della donna, partiti politici, la legge viene poco rispettata. Il governo, in certi casi, offre aiuti economici a chi manda le figlie a scuola, e così fanno organizzazioni non governative e chiese, ma secondo un rapporto dell’UNICEF, nel 2011 il 66% (2% in più rispetto al 2009) delle ragazze che si sposerà non avrà compiuto i 18 anni.
Le cause? Una ragazza che si sposa è una bocca in meno da sfamare per la famiglia d’origine, e questo fra i molto poveri conta non poco. Inoltre, una ragazza molto giovane è più gradita al futuro marito, e anche ai futuri suoceri di cui si porrà a servizio; per questi motivi esigono una dote più modesta, mentre sposare una donna oltre i vent’anni diventa sempre più costoso. Infine, una giovane – anche se frequenta una scuola o lavora nelle manifatture – è una costante preoccupazione per i genitori a causa dell’arroganza maschile, o dei suoi “colpi di testa”. Non sono poche le operaie che fanno un matrimonio di convenienza, pagando una quota mensile al marito perché le protegga, anche se non convivono.
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