Oggi è la giornata mondiale della popolazione e i dati dicono che metà della crescita prevista entro il 2050 avverrà in Africa.
Nel 2050 la Nigeria, con i suoi 300 milioni di abitanti, prenderà il posto degli Stati Uniti come terzo Paese più popoloso della terra. Questa previsione delle Nazioni Unite è un indizio significativo di come è destinato a cambiare il volto del mondo e dei suoi abitanti nei prossimi anni.
Oggi, 11 luglio, è la giornata mondiale della popolazione. Rispetto alla prima celebrata per decisione delle Nazioni Unite nel 1990 la geografia umana del pianeta è rapidamente cambiata. L’India è pronta al testa a testa con la Cina, con un miliardo e 310 milioni di abitanti contro il miliardo e 370 milioni del gigante asiatico. E il sorpasso è previsto fra appena sette anni: nel 2025 l’India sarà la nazione più popolosa del pianeta, mentre la decrescita demografica nel Paese è prevista solo a partire dal 2050.
Ma sarà l’Africa ad allargare il suo spazio nella torta della popolazione mondiale nei prossimi anni. I report dell’Onu dicono che gli abitanti del pianeta saranno 9 miliardi e 800 milioni entro il 2050 e che la metà di questa crescita sarà in Africa. I Paesi africani dove la popolazione è in più rapida ascesa sono, oltre la Nigeria, la Repubblica Democratica del Congo (+ 3,2% l’anno), l’Uganda (+3,3), la Tanzania (+3,2%), e l’Etiopia (+2,5%).
Stando al rapporto “Il secolo africano”, diffuso di recente da One, si prevede che la popolazione africana raddoppi fino a 2,5 miliardi di persone, con la metà della popolazione al di sotto dei 25 anni. «Questo cambiamento demografico può essere la più grande minaccia o la più grande opportunità per l’Africa e per il mondo, in base a delle chiare azioni dei leader, o alla mancanza di esse», evidenzia il rapporto.
Un altro dato interessante è che entro il 2034 l’Africa avrà una forza lavoro maggiore rispetto all’India o alla Cina, fattore che rappresenta una grande opportunità se verranno messe in campo politiche e riforme adeguate. «Affrontando la corruzione, migliorando le infrastrutture e dando priorità alla creazione di posti di lavoro, i leader africani hanno l’opportunità di garantire che i 450 milioni di nuovi lavoratori che entreranno nell’economia entro il 2035 (22,5 milioni ogni anno) abbiano accesso a opportunità di lavoro di qualità. Il raddoppio degli investimenti nell’istruzione, nell’occupazione e nell’emancipazione potrebbe portare anche ad un aumento del prodotto interno lordo (Pil) di 500 miliardi di dollari l’anno, pari a circa un terzo del PIL attuale della regione, per i prossimi 30 anni».
È necessario anche porre la crescita demografica dell’Africa nel suo contesto. Come ha detto il viceministro degli Affari esteri ed esperto di Africa Mario Giro: «L’Africa è un continente sottopopolato, che ai ritmi attuali tornerà ad avere il 14-15% della popolazione mondiale – il dato precedente alla tratta degli schiavi – solo tra il 2030 e il 2050. È un continente semivuoto: Paesi immensi con poche decine di milioni di abitanti, fatta eccezione per la Nigeria».
Una delle sfide più grandi dei prossimi decenni sarà proprio la gestione dei servizi nelle grandi metropoli, che soprattutto in Africa e in Asia continueranno ad allargarsi a dismisura. Il 70% della popolazione della Terra entro il 2050 vivrà in città.