Oggi l’Onu celebra la Giornata mondiale delle bambine. Mettendo quest’anno al centro un tema: la carenza di dati specifici sulle bambine nelle ricerche sullo sviluppo
Da qualche anno l’11 ottobre per l’Onu è la Giornata mondiale delle bambine e molti media oggi lo stanno ricordando, raccontando storie importanti su problemi come le spose bambine, l’aborto selettivo, l’accesso femminile all’istruzione e tante altre questioni. C’è però un elemento molto interessante anche nel tema che le Nazioni Unite hanno scelto per l’edizione 2016 di questa ricorrenza, istituita dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2011.
Girls’ Progress = Goals’ Progress: What Counts for Girls allude infatti a una questione molto specifica: la carenza di indicatori sulla condizione delle bambine nelle stesse griglie statistiche che misurano lo sviluppo nei diversi Paesi. Si calcola che nel mondo le bambine siano circa 1,1 miliardi; eppure – sostiene l’Onu – sono ancora troppo pochi gli studi focalizzati sulla loro condizione.
«Mentre applaudiamo il coraggio e le potenzialità dell’Obiettivo di Sviluppo che pone al centro le bambine – scrive il sito dell’International Day of the Girl – e riconosciamo come i progressi nella condizione delle bambine sia un bene non solo per loro, ma anche per le famiglie, le comunità e la società nel suo complesso, dobbiamo anche cogliere quest’opportunità per considerare anche quanto sia profondo il gap esistente nella raccolta dei dati sulle bambine e sulle ragazze, la mancanza di analisi sistematiche, l’uso limitato dei dati esistenti, tutti fattori che limitano la nostra stessa capacità di monitorare e comunicare il benessere e il progresso di una metà dell’umanità. Molto di più si può e si deve fare per raccogliere i dati necessari per assicurare programmi, politiche e servizi che rispondano davvero ai bisogni specifici delle bambine – scrive l’Onu -. Quando investiamo nella salute, nella sicurezza, nell’educazione e nei diritti – in tempo di pace come nel mezzo delle crisi – le rendiamo capaci di inseguire i loro sogni e costruire una vita migliore per loro stesse e le loro comunità».