Riattivare l’economia locale per sostenere la pace. È l’obiettivo di un progetto lanciato da Altromercato insieme a Gruppo Cooperativo CGM e Consorzio Open, in collaborazione con la Compagnia di Gesù della Colombia.
Riattivazione economica delle aree investite dal conflitto, tutela dei diritti umani delle vittime, reinserimento sociale e lavorativo degli ex combattenti. È una modalità molto concreta per sostenere la pace in Colombia quella lanciata dalla maggiore organizzazione italiana di Commercio Equo e Solidale, Altromercato, insieme alle cooperative del gruppo CGM al Consorzio Open, in collaborazione con i gesuiti in Colombia, che hanno svolto un ruolo chiave nei negoziati di pace.
Lo scorso 2 ottobre il Paese è scivolato nell’incertezza dopo l’esito del referendum che ha bocciato l’accordo faticosamente raggiunto fra lo Stato e le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Nonostante questo, molte forze della società civile e alcune comunità religiose stanno continuando a collaborare alla trattativa, e il presidente Juan Manuel Santos, che nel frattempo ha vinto il Nobel per la pace, ha annunciato di stare lavorando a un nuovo accordo.
Il progetto di cooperazione che vede alleate le tre organizzazioni italiane agirà a livello locale su tre fronti: il Gruppo Cooperativo CGM seguirà le attività orientate alla produzione, tese a rafforzare le capacità imprenditoriali delle organizzazioni contadine dei territori interessati; Altromercato coordinerà le azioni di tipo commerciale, per accrescere le possibilità di accesso al mercato e generare occasioni di occupazione; il Consorzio Open si occuperà infine delle attività di tipo educativo, per alleviare le sofferenze delle vittime del conflitto, ricostruire il capitale sociale locale e promuovere cultura della pace e dei diritti umani.
Altromercato metterà in campo la sua esperienza trentennale a fianco dei produttori del Sud America. Il gruppo CGM, spiega Stefano Granata favorirà il trasferimento di conoscenza delle proprie cooperative «con particolare attenzione all’agricoltura sociale, che per sua natura si connota come elemento decisivo per la rinascita delle aree rurali che hanno subito i maggiori danni».
Una parte importante del progetto è anche rappresentata dalla sfida educativa: «Aiutare un Paese a ricostruire un tessuto sociale e trovare i modi per sviluppare esperienze di dialogo, confronto e pacificazione» è una delle finalità del progetto, come spiega Alessandro Padovani, presidente del Consorzio Open. «Un impegno costituito da relazioni, scambi, attività che, per il Consorzio, si orientano ai temi dell’educazione delle nuove generazioni e alla prospettiva della giustizia riparativa e transizionale, spazio per il recupero dei diritti delle vittime e dei programmi di convivenza pacifica».