Non basta inviare aiuti ai Paesi più poveri. Serve una migliore cooperazione allo sviluppo. È il messaggio della Carta di Trento per una migliore cooperazione, che verrà presentata il 30 ottobre a Expo 2015.
Il governo italiano ha annunciato di recente che stanzierà più fondi per l’aiuto allo sviluppo, anche per contrastare i flussi migratori verso l’Italia. Ma come sa bene chi opera sul campo non necessariamente più fondi si traducono in una cooperazione internazionale efficiente che migliora davvero le condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo. Obiettivo della Carta di Trento per una migliore cooperazione, che sarà presentata ad Expo venerdì 30 ottobre, è contribuire a migliorare la cooperazione internazionale con proposte concrete elaborate a partire dall’esperienza sul campo nei Paesi in via di sviluppo. La Carta è l’esito di un percorso partecipato che dura dal 2008 e ha coinvolto direttamente 50 organizzazioni non governative, coordinato dalla Fondazione Fontana di Trento.
La struttura della Carta segue quella degli otto Obiettivi di sviluppo del millennio, fissati nel 2000 dai Paesi del G8. Parla quindi di lotta alla fame, istruzione, accesso alla cure sanitarie, pari opportunità. Ma lo fa a partire dai progetti messi in atto sul campo nei Paesi in via di sviluppo, dall’esperienza accumulata dalle organizzazioni non governative che hanno sentito la necessità a un certo punto di fare sintesi e di estrarre un pensiero dal proprio agire. L’obiettivo è migliorare la cooperazione internazionale, fermarsi a riflettere in base all’esperienza fatta per elaborare nuove strategie, che tengano conto degli errori commessi e dei successi ottenuti.
Sul fronte dell’alimentazione – per questo motivo la Carta di Trento arriva in Expo il 30 ottobre – il documento affronta anche i temi più scottanti, come la speculazione finanziaria sul cibo, il “land grabbing”, ovvero la corsa all’accaparramento delle terre in Africa e in Asia, le politiche sui biocarburanti. “Sono i problemi che le organizzazioni non governative incontrano portando avanti progetti di diritto al cibo” afferma Christian Elevati, l’esperto che ha curato il capitolo del documento che riguarda l’alimentazione. “Abbiamo raccolto gli input delle associazioni e attraverso un grande lavoro di rielaborazione abbiamo prodotto le indicazioni contenute nel documento. La Carta di Trento è stata scritta in questo modo, attraverso uno scambio continuo fra chi lavora sul terreno e chi ha sintetizzato i contenuti. Per questo siamo conviti sia un documento utile per migliorare la cooperazione italiana, e che possa dare qualche indicazione anche sui temi di Expo”.
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I promotori della Carta di Trento sono: Accri, Amref Italia, Associazione Trentino con i Balcani, Centro per la formazione alla Solidarietà Internazionale, Comitato Collaborazione Medica, Consorzio Associazioni con il Mozambico, Cuamm Medici con l’Africa, Docenti Senza Frontiere, Fondazione Fontana, Fondazione Ivo de Carneri, Gruppo Trentino Volontariato, Ingegneria Senza Frontiere, Ipsia del Trentino, Mandacarù, Muse-Museo delle scienze, Osservatorio Balcani e Caucaso, Progetto Prijedor, Saint Martin CSA–Kenya, Tremembè, Università degli Studi di Trento, Wwf Trentino Alto Adige. Hanno inoltre apportato un contributo all’elaborazione: Ctm altromercato, Servizio emigrazione e solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, Focsiv.