Da Ambrogio a oggi: l’Expo e il cuore di Milano

L’EDITORIALE
Forse i visitatori dell’Expo avranno bisogno di apprezzare a Milano la generosità che nutre lo spirito, prima delle tecnologie e delle soluzioni volte ad assicurare la pur sempre precaria sopravvivenza del corpo

Expo2015 apre a Milano il 1° maggio rendendo per sei mesi – fino al 31 ottobre – il capoluogo lombardo la capitale culturale del mondo. I padiglioni espositivi, i convegni, le mostre, una quantità sterminata di articoli, programmi radiofonici, televisivi e commenti sui social network dibatteranno e illustreranno il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

Di energia Milano, col suo retroterra lombardo, ne ha sprigionata tanta nel corso dei secoli. Milano è anche la città all’origine e al cuore del movimento missionario italiano moderno. È attorno alla metà dell’Ottocento che la Chiesa della Penisola si interroga sulla sua responsabilità verso un mondo che i viaggi e le conquiste aprono di fronte all’Europa. Non sarà forse il Vangelo il dono più bello che si può fare a popoli mai incontrati e immaginati prima?

Quei Paesi saranno all’Esposizione universale di Milano a partire dal prossimo mese. Insieme all’Europa esibiranno le soluzioni nutritive sviluppate nel mondo per migliorare la qualità, generalmente ottima e gustosa, e la quantità, ahimè ancora insufficiente per più di 800 milioni di adulti e bambini, stando alle statistiche Onu. Perché? Principalmente per il permanere di tre gravi forme di distorsione economica, culturale e morale: le ingenti spese militari, la speculazione finanziaria internazionale, l’arretratezza dell’agricoltura nel Sud del mondo.

La politica sostenga lo spettacolo dell’arcobaleno di colori, culture e sapori internazionali dell’Expo! Rispetti sì la vocazione lombarda un po’ testarda e provinciale, ma anche il suo cuore da sempre incredibilmente aperto e generoso. Ho avuto la fortuna e il privilegio unico, nel mio primo ventennio circa di esperienza missionaria, di essere stato l’incaricato pastorale (2005-‘11) dell’isola di Woodlark in Papua Nuova Guinea, su cui sbarcarono i primissimi missionari ambrosiani nel 1852, tra i quali il martire beato Giovanni Mazzucconi di Lecco, ucciso dai nativi all’ingresso della baia.

Sono stato anche compagno di missione (1995-2002) nelle Filippine di padre Fausto Tentorio, pure lecchese, ucciso nel 2011. Del cuore di Milano e dell’Italia trovo conferma immediata al ritorno qui al Centro di animazione missionaria Pime, constatando l’immutata generosità di amici e benefattori delle missioni, nonostante la crisi generale e tutte le difficoltà.

Forse i visitatori dell’Expo avranno bisogno di apprezzare a Milano questa generosità che nutre lo spirito, prima delle tecnologie e delle soluzioni volte ad assicurare la pur sempre precaria sopravvivenza del corpo. Possiamo con orgoglio dire loro di Ambrogio che dona ad Agostino la luce del Vangelo, di Cesare Beccaria che riforma il codice penale e abolisce di fatto la pena di morte, di umili preti dell’Ottocento, meno noti e celebrati, ma che per primi aprirono la città e l’Italia a più vasti orizzonti umani e culturali.