Dal 1° ottobre il movimento fondato dall’abbé Pierre lancerà l’e-commerce dei suoi mercatini solidali. Obiettivo: «Cento posti di lavoro. E permettere a tutti di vendere qualcosa con una finalità solidale»
Facevano diventare lo scarto una risorsa prima ancora che i mercatini dell’usato diventassero à la page. E con un messaggio ben preciso: quanto vale per gli oggetti ripuliti dalla polvere di cantine e soffitti può valere ancora di più per le persone. Una modalità estremamente popolare per incarnare l’idea che l’abbé Pierre aveva comunicato attraverso tutta la sua vita, a partire dall’insurrezione della bontà, il grande appello per i senza fissa dimora di Parigi che lanciò il 1° febbraio 1954.
Sono passati quasi dieci dalla morte di questo grande testimone del Novecento. Ma Emmaus – il movimento da lui fondato – continua in tanti Paesi del mondo a portarne avanti l’opera anche attraverso i mercatini, antidoto concreto alla cultura dello scarto. Proprio ieri a Parigi si è tenuta la diciassettesima edizione del Salon Emmaus, la grande fiera solidale che è il più grande bric-a-brac di Francia: 140 stand con più di 2000 operatori coinvolti, per un veneto al quale partecipano ogni anno alcune decine di migliaia di visitatori.
E proprio in questa cornice Emmaus ha annunciato che dal 1° ottobre il proprio mercatino andrà anche on line su una piattaforma di ecommerce ad hoc che si chiamerà label.emmaus. «In sessant’anni i nostri mercatini sono diventati 350 in Francia – ha dichiarato all’agenzia Afp Thierry Kuhn, presidente di Emmaus France -. Ora vogliamo portare questa esperienza anche on line. L’obiettivo che ci siamo dati è anche quello di crare un centinaio di nuovi posti di lavoro attraverso quest’iniziativa».
Ma la grande opportunità offerta dal nuovo strumento sarà soprattutto «la possibilità davvero per tutti di mettere in vendita degli oggetti sul sito destinando i proventi ai progetti che Emmaus promuove in tutto il mondo al servizio degli ultimi».