L’appello di più di 140 leader cristiani di tutto il mondo alla vigilia dell’incontro annuale delle istituzioni finanziarie internazionali in programma dal 16 al 18 ottobre sulle ripercussioni economiche del Covid-19: «Non è più sufficiente il blocco per sei mesi. Siano utilizzate le riserve in oro e in denaro delle vostre istituzioni per alleviare il peso del debito delle nazioni che ne hanno più bisogno»
Dal 16 al 18 ottobre il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale – i due maggiori organismi finanziari internazionali – tengono il loro incontro annuale che quest’anno vedrà ovviamente al centro dell’attenzione le misure economiche necessarie per affrontare la crisi provocata dal Coronavirus. In vista di questo appuntamento oltre 140 leader religiosi di tutto il mondo hanno lanciato un appello ai presidenti dei due organismi, chiedendo la cancellazione del debito dei Paesi poveri che continua ad assorbire denaro che oggi dovrebbe essere destinato alle medicine, ai dispositivi di protezione individuale, all’acquisto di razioni di emergenza di cibo e alla predisposizione di reti di sicurezza sociale. Tra i firmatari dell’appello – che pubblichiamo qui sotto in una nostra traduzione – figurano suor Alessandra Smerilli, coordinatrice della taskforce economica della commissione vaticana per il Covid-19; Isabel Apawo Phiri, vice segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese; il vescovo Josiah Idowu-Fearon, segretario generale della Comunione anglicana; il reverendo Fidon Mwombek, segretario generale dell’All Africa Conference of Churches; i cardinali Fridolin Ambongo Besungu (arcivescovo di Kinshasa), Patrick D’Rozario (arcivescovo emerito di Dhaka) e Berhaneyesus D. Souraphiel (arcivescovo di Addis Ababa).
Egregia signora Georgieva, egregio signor Malpass,
vi scriviamo in spirito di solidarietà e speranza come rappresentanti delle comunità cristiane dai quattro angoli del mondo.
Ciascuno di noi è testimone dell’impatto che la pandemia da Coronavirus ha avuto sulle componenti più vulnerabili delle nostre comunità causando malattia, morte, fame e perdita di ciò che è necessario per vivere. Viviamo e lavoriamo ogni giorno con quanti stanno soffrendo e condividiamo le loro speranze e paure per il futuro.
Entrambe le vostre organizzazioni hanno riconosciuto la devastazione che la pandemia sta causando. La Banca Mondiale ha ammonito che la pandemia “rischia di spingere più di 100 milioni di persone nell’estrema povertà e sta esasperando le disuguaglianze che attraversano il mondo” e ha invitato i governi e i creditori privati a sospendere e ridurre i debiti, mentre il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto che “molti Paesi ora si trovano a fronteggiare molteplici crisi: una crisi sanitaria, una crisi finanziaria e il crollo nei prezzi di vendita delle materie prime”.
Mentre i nostri governi fanno quello che possono per fronteggiare la pandemia, siamo testimoni della perdurante ingiustizia creata dal fatto che il denaro che sarebbe così disperatamente necessario per le medicine, per i dispositivi di protezione individuale, per l’acquisto di razioni di emergenza di cibo e la predisposizione di reti di sicurezza sociale viene tuttora dirottato al pagamento dei debiti.
Per questo vi chiediamo di dimostrare una leadership coraggiosa in questo momento critico e cancellare i debiti dovuti dai Paesi in via di sviluppo alle vostre istituzioni per la durata di queste crisi. La cancellazione del debito è il modo più immediato per rendere disponibili i finanziamenti richiesti per prevenire che milioni di nostri fratelli e sorelle siano inutilmente spinti nella povertà dalla pandemia.
Il nostro appello fa eco a quello dei leader cristiani di tutto il mondo. Nel suo messaggio per la Giornata di preghiera per la custodia del creato, Sua Santità papa Francesco sollecitava «la cancellazione del debito dei Paesi più vulnerabili, in considerazione dei gravi effetti della crisi sanitaria, sociale ed economica che si trovano ad affrontare a causa del Covid-19». Sappiamo che molti altri leader religiosi in precedenza nel corso di quest’anno hanno chiesto ai governi e al Fondo Monetario Internazionale stesso di cancellare i debiti.
A oggi le vostre istituzioni hanno adottato diversi passi per rispondere alla crisi, compresa la decisione del Fondo Monetario Internazionale di coprire il pagamento per un arco di sei mesi dei debiti di 28 Paesi, così come la disponibilità di nuovi finanziamenti d’emergenza stanziati dal Fondo e dalla Banca Mondiale per un ammontare finora di 88 miliardi di dollari.
Ma queste iniziative, pur accolte con favore, non sono sufficienti e non rispondono all’urgenza e alla gravità delle crisi. Senza la cancellazione dei debiti permarrà il grave rischio che i Paesi in via di sviluppo non abbiano i soldi di cui hanno disperatamente bisogno per fermare la diffusione del virus, curare le persone che soffrono per il virus e mitigare e rialzarsi dalla distruzione economica e sociale che il virus minaccia di provocare.
Entrambe le vostre istituzioni detengono riserve significative in dollari e oro che vengono conservate proprio per periodi come questo. È dunque essenziale che siano utilizzate per alleviare il peso del debito per le nazioni che ne hanno più bisogno.
Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale rivestono un ruolo centrale nel gestire questa crisi in un modo che ponga al primo posto i bisogni delle popolazioni più vulnerabili, imparando dal passato e cercando di risanare e ricostruire il mondo.
Mentre sarete riuniti in questa settimana, noi continueremo a pregare per voi e restiamo impegnati nella collaborazione in corso.