Oggi è la giornata mondiale dell’alimentazione, sul tema del rapporto fra produzione di cibo e cambiamenti climatici. Intanto all’Aia la più grande multinazionale che produce OGM e pesticidi finisce sotto processo, anche se morale.
Mentre tutto il mondo celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione che ricorre oggi, un tribunale speciale all’Aia sta processando il principale colosso mondiale dell’agrochimica, la Monsanto, di recente acquisita da Bayer, altro colosso mondiale ma nel campo della farmaceutica (e della produzione di pesticidi).
I capi di imputazione sono pesantissimi: violazioni dei diritti umani, crimini contro l’umanità, ecocidio. Ad accusare la Monsanto sono 500 tra organizzazioni non governative, scienziati, intellettuali, ambientalisti e esponenti della società civile mondiale.
L’International Monsanto Tribunal, riunito per tutto questo fine settimana all’Aia, non è un vero tribunale, ma non è neppure pura e semplice finzione. Sta raccogliendo di ora in ora testimonianze e dati scientifici provenienti da ogni parte del pianeta sui danni causati all’ambiente e ai cittadini dalla multinazionale. Fra testimoni chiamati a deporre figurano dottori argentini, apicoltori messicani, tossicologi e scienziati da 15 Paesi diversi, e l’ex rappresentante speciale dell’Onu per il diritto al cibo Olivier De Schutter. E i giudici sono di caratura mondiale.
I promotori, tra cui figura Vandana Shiva, cercano di raccogliere le prove necessarie per portare davvero a processo Monsanto. Il loro tribunale, infatti, non ha alcun riconoscimento giuridico internazionale, quindi non può comminare alcun tipo di pena o sanzione. Ma lo svolgimento delle udienze è rigorosamente ricalcato sulle procedure della Corte dell’Aia, proprio per dare più legittimità all’evento e alla fine metterà nero su bianco un parere legale consultivo. Servirà ad aprire un vero processo sulle violazioni di cui la Monsanto è accusata in tutto il mondo? L’azienda ha rifiutato l’invito a difendersi bollando questa iniziativa come una farsa. Ma, ancor di più dopo la fusione con la Bayer, è lecito chiedersi quali garanzie ci sono che possa promuovere un’agricoltura sostenibile.
La Monsanto è, di fatto, una delle aziende più controverse al mondo. Tra i suoi scheletri nell’armadio c’è l’agente arancio, usato durante la Guerra del Vietnam dall’esercito statunitense, che ancora oggi provoca gravi danni alle popolazioni locali. Tra i suoi prodotti c’è il tossico glifosato,presente negli erbicidi. Secondo numerose ONG ed organizzazioni per i diritti umani è anche responsabile per lo sfruttamento minorile in numerose fabbriche indiane.
La Monsanto è anche soprattutto famosa per la produzione di sementi geneticamente modificate (OGM) e brevettate, che in assenza di regole rischiano di mettere a rischio la sovranità alimentare delle popolazioni locali e la biodiversità. Di questo tema ha parlato anche Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale per l’alimentazione. accusate di mettere a rischio la sovranità alimentare, e la biodiversità.
I suoi accusatori sintetizzano così: “Monsanto promuove un modello di agro-industria che contribuisce ad almeno un terzo delle emissioni globali di gas serra di origine antropica, è largamente responsabile dell’impoverimento del suolo e delle risorse idriche, dell’estinzione di specie animali e del declino della biodiversità, di milioni di piccoli agricoltori sfollati. Questo è un modello che minaccia la sovranità alimentare delle persone brevettando i semi e privatizzando la vita”.