L’Enciclica Laudato si’ riveste un’importante funzione educativa, ma chiama in causa pure il tema della “cittadinanza” anche come assunzione di un principio di eco-sostenibilità delle azioni individuali
L’espressione “educare all’alleanza tra umanità ed ambiente”, titolo del secondo paragrafo del capitolo finale dell’Enciclica Laudato si’, invita ad entrare in dialogo con tutti per le questioni che interessano la nostra casa comune, costruendo reti di relazioni tra ambiente naturale, umano, culture e persone. L’Enciclica riveste un’importante funzione educativa, sia in relazione ai principi che esprime sia in relazione alle pressanti sollecitazioni di varie pratiche di comportamento che possono seguirsi. Vi è una stretta correlazione fra la nostra vita e quella della nostra Madre Terra (che geme e soffre le doglie del parto), perché l’uomo l’ha depredata delle sue risorse naturali, negli ultimi due secoli, con una “rapidacion” violenta che contrasta con la naturale lentezza biologica, con conseguente squilibrio.
Peraltro, la terra ci è stata data in dono, è un’eredità che abbiamo avuto e che dobbiamo trasmettere, ci precede e ci seguirà ed appartiene a tutti, anche alle generazioni future. La sfida ambientale e le sue radici umane riguardano tutti, in particolare i cristiani che sono chiamati alla responsabilità e a promuovere uno sviluppo equo e solidale, con stili di vita sostenibili.
Papa Francesco invita all’unità nella preghiera per l’ambiente e fa appello a tutti i saperi umani (ambientali, economici, e sociali) affinché trovino una soluzione intragenerazionale alla complessa crisi socio-ambientale che connota tutti i contesti (familiari, lavorativi, privati e pubblici), perché «niente di questo mondo ci risulta indifferente». La ricerca del bene comune deve essere l’imperativo categorico a cui far riferimento puntando ad un altro stile di vita.
La crisi ecologica deve condurre ad un radicale cambiamento tanto nei modelli di sviluppo quanto nei sistemi di istruzione. L’ecologia integrale deve configurare un nuovo paradigma di giustizia. L’educazione deve creare una cittadinanza ecologica e far maturare abitudini quotidiane di responsabilità ambientale orientata a comportamenti «che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, differenziare i rifiuti… utilizzare il trasporto pubblico… e così via». Piccoli gesti quotidiani che fanno riscoprire la sobrietà e la frugalità liberante, nel modello di san Francesco.
Il tema della “cittadinanza” richiede di essere declinato in termini di un’educazione sociale che parta dall’assunzione di un principio di eco-sostenibilità delle azioni individuali: ripensare in chiave ecologica la sostenibilità del proprio agire e del proprio essere al mondo in qualità di soggetti di cura. Un’educazione supportata da tali virtù influisce anche sugli squilibri ambientali. «Il fare operoso alla base di ogni forma di collaborazione, di cooperazione e di comunione risulta rivoluzionario in una prospettiva di una ecologia dell’agire educativo in grado di ripensare la formazione dell’uomo a partire dalla cura del mondo e dalla cura dell’uomo, indissolubilmente legati». L’adozione di una ecologia integrale mette insieme umanità, ambiente e genera un’alleanza tra popoli e generazioni.