Da ieri da Qom continuano ad arrivare notizie di morti per il virus di persone che non erano mai state in Cina. Il che fa pensare che la situazione sia fuori controllo. E il vicino Iraq blocca i voli da e per Teheran
Con una base per l’addestramento dei militari locali – premessa a una presenza che si prospetta in futuro ben più significativa – Pechino guarda ai suoi interessi geopolitici. Ma nessuna ingerenza militare esterna ha mai avuto vita facile a Kabul
Nonostante i rimpatri sono ancora quasi un milione e mezzo i rifugiati ospitati in Pakistan. In gran parte afghani della diaspora creata dalle guerre susseguitesi a Kabul fin dai tempi dell’invasione sovietica
Una fine del Ramadan con una fatwa di condanna degli attacchi suicidi. E con un gruppo di manifestanti guidati da Zaheer Ahmad Zindani, un uomo accecato da una mina in un attentato, in marcia da settimane verso Kabul per dire basta al conflitto che dura da 17 anni
Freshta Karin, 25 anni, ha aperto la prima biblioteca mobile di Kabul, caricando oltre 500 libri per bambini in un pullman che guida in tutta la città per avvicinare i più piccoli alla cultura, come antidoto contro ogni guerra
Il Nangharar – la provincia dell’Afghanistan sulla quale gli Stati Uniti ieri sera hanno sganciato l’ordigno più potente dai tempi dell’atomica – si trova al confine con il Pakistan. Proprio il posto dove l’anno scorso il terrorismo islamista insanguinò la Pasqua. Ma – in questo Venerdì Santo 2017 – chi si ricorda dei cristiani di Lahore?
Nel 2016 oltre 200.000 profughi afghani sono tornati «volontariamente» nel loro Paese dal Pakistan. E in queste settimane il numero continua a crescere al ritmo di 5 mila al giorno. Mentre anche l’Europa firma un accordo di cooperazione con Kabul che prevede i rimpatri forzati. Ma che cosa trova davvero oggi chi torna in una terra devastata da tre decenni di guerre e non ancora pacificata?