Il disastro umanitario provocato dalle ultime due settimane di scontri nello Stato birmano di Rakhine al confine con il Bangladesh. L’urgenza di offrire a questo popolo in fuga uno status garantito internazionalmente
Gli attacchi di questi giorni di ribelli di etnia Rohingya contro postazioni della polizia in Myanmar e le notizie frammentarie sulla presenza di profughi della stessa etnia che cercano nuove vie di fuga riaccendono i riflettori sulla situazione di questo popolo in Myanmar e Bangladesh, Paesi che papa Francesco visiterà a fine novembre.
Il nord del Bangladesh alle prese con la più grave emergenza degli ultimi decenni. Mons. Tudu: «La gente ha perso tutto e deve ricominciare da zero». La mobilitazione della diocesi
Il primo luglio del 2016, 22 vittime civili, tra cui nove italiani ed alcuni poliziotti intervenuti sul posto, furono trucidati da un gruppo di studenti islamisti presso il ristorante Holey Artisan Bakery. «Da allora si sono moltiplicati gli incontri interreligiosi e c’è più attenzione nei confronti dei giovani», dice l’arcivescovo cattolico Patrick D’Rozario.
Il racconto del direttore di Mondo e Missione dal Bangladesh, dove ha trascorso la Pasqua con i cristiani locali: «Mai come qui ho percepito la realtà di una comunità cristiana che coniuga così efficacemente il culto, la liturgia e le attività pastorali all’azione sociale e alla carità quotidiana e silenziosa»
In Bangladesh e in Costa d’Avorio due progetti realizzati grazie ai fondi del 5 per mille favoriscono l’istruzione e la scolarizzazione di chi è più svantaggiato, con un’attenzione alle minoranze