Parlando dei prossimi viaggi durante il volo di ritorno da Baku papa Francesco ha detto che «quasi di sicuro» l’anno prossimo farà tappa nei due Paesi asiatici. «In Africa invece dipende da situazione politica e guerre»
Spenti i riflettori sulla strage di Dhaka come va avanti la vita in Bangladesh? Lo racconta in questa lettera padre Quirico Martinelli, missionario del Pime a Mirpur
Che cosa c’è al fondo dell’animo umano che poi si scatena in modo così crudele sotto la coloritura, il rivestimento o persino l’imbroglio della religione, della protesta, dell’ideologia, della politica, della teoria della sicurezza nazionale o del semplice interesse economico?
Conosceva bene molte delle vittime della strage Giuseppe Berto, imprenditore padovano da quasi vent’anni in Bangladesh, amico di tanti missionari. Per «Mondo e Missione» nel 2009 aveva scritto una testimonianza che – riletta oggi – può aiutare ad andare oltre certe semplificazioni sugli imprenditori tessili occidentali che producono in Bangladesh
Un commerciante cristiano e un indù le vittime negli ultimi giorni dell’ondata di violenze che in tre anni ha colpito anche blogger, accademici, attivisti per i diritti umani. Le autorità locali continuano a negare legami con lo Stato islamico ma la strage non si ferma
I Rohingya sono ancora la minoranza etnica più perseguitata al mondo. Nonostante il loro esodo – soprattutto dalle coste del Myanmar verso quelle della Thailandia – sia in netto calo, circa 150mila Rohingya vivono in campi profughi in condizioni di apartheid per sfuggire alle discriminazioni attuate dal governo birmano.
“Chi ha fatto i miei vestiti?”. Parte da questa semplice domanda una campagna che chiede più diritti per i lavoratori del tessile. Dal 18 al 24 aprile una settimana per sensibilizzare le aziende della moda.
Alla periferia di Dhaka, in Bangladesh, i fondi del 5×1000 destinati alla Fondazione Pime hanno contribuito al mantenimento di una piccola scuola elementare per i bambini più poveri