Protestavano pacificamente contro la miniera che inquina il fiume Guapinol. Dal settembre 2019 otto attivisti delle comunità locali si trovano in carcere accusati di reati sovversivi; e ora sono stati esclusi anche dal decreto «svuota carceri» varato dall’Honduras a causa del Covid
Cinque donne e un uomo sono i vincitori del Goldman Environmental Prize 2018 che ogni anno viene assegnato a chi lotta per l’ambiente e diritti dei territori. Un premio prestigiosissimo per ottenere il quale si rischia anche la vita come dimostrano alcuni vincitori delle scorse edizioni
Jose Ángel Flores e Silmer Dionicio George colpiti a morte nel distretto di Bajo Aguán, dove guidavano la lotta dei piccoli agricoltori locali contro un progetto di agrobusiness. Come Berta Caceres e tutti gli altri
Esattamente un anno fa veniva pubblicata l’enciclica di papa Francesco sulla «custodia della casa comune». E in questi dodici mesi in tanti l’hanno indicato come un testo che mette a fuoco sfide cruciali per il futuro del Pianeta. Ma in questo stesso periodo in tanti Paesi del mondo si è continuato a uccidere chi difendeva la terra. Nell’indifferenza del mondo
A un anno dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’ sono moltissimi i leader ambientalisti assassinati in ogni angolo del pianeta. E molti altri continuano a lottare per un mondo più giusto
A meno di due settimane dall’omicidio dell’ambientalista che partecipò all’Incontro dei movimenti popolari con il Papa colpito a morte anche Nelson Garcia, un altro leader del Copinh, l’organizzazione che si batte per la difesa delle terre degli indios. E l’Honduras si conferma il posto più pericoloso al mondo per chi intraprende questo tipo di battaglie