Viaggio nel quartiere di Jardim Itajai alla periferia di San Paolo. Dove i missionari del Pime sono presenti con la cappella di San Josè di Anchieta per stare accanto agli ultimi
Missionario del Pime a Macapà padre Luigi Carlini si appresta a lasciare la sua gente: «La grazie più grande? Camminare insieme a tutti, anche con i carcerati. Ma quanta strada ancora per far incontrare la Messa e la vita. Non solo in Brasile…»
Con una celebrazione eucaristica a ranghi molto ridotti a causa della pandemia il Pime ha ricordato il cinquantesimo di fondazione della parrocchia di San Francesco Saverio, la culla della presenza dell’istituto che ha dato il nome anche al quartiere cresciuto intorno. La speranza è di poter continuare i festeggiamenti nel 2021 insieme alla comunità
Come annunciare la fede cristiana in un contesto in cui il sacro ha perso la sua visibilità? Dal Brasile delle nuove città una riflessione di padre Francesco Sorrentino, missionario del Pime
Li chiamano «Pipa» è anche oggi a San Paolo sono l’immagine della vita, nonostante tutto. Anche se la realtà del Covid 19 si fa sempre più dura. E uno studio che arriva da Washington dice che il Brasile potrebbe superare gli stessi Stati Uniti per numero di vittime
Dall’ospedale diocesano di Parintins, suor Laura Cantoni racconta il dramma della lotta contro il Covid-19 con pochissimi mezzi e tanta dedizione, nell’Amazzonia sempre più colpita dal virus
In Brasile la comunità parrocchiale di Nossa Senhora da Conceição ha salutato padre Enrico Pagani e i missionari del Pime che per 72 anni hanno fondato e fatto crescere la comunità. La lettera inviata per l’occasione dal superiore regionale padre Pedro Facci: « In questa corsa missionaria, il “testimone”, che è il Vangelo, è passato a molti ed oggi è nelle mani dei diocesani e della Chiesa locale»
La testimonianza di dom José Negri, missionario del Pime e vescovo di Santo Amaro, nell’immensa periferia della metropoli brasiliana diventata oggi il nuovo epicentro del Covid19: «I poveri che bussano alle parrocchie sono quadruplicati. La scelta di non rinunciare al business del Carnevale ha portato a questa tragedia. Ma ancora oggi il governo non vuole ascoltare la nostra voce»