La Pasqua di Hieng che dall’Italia è tornato in Cambogia per dare corpo alla resurrezione del suo Paese dopo le piaghe vissute sulla sua pelle al tempo di Pol Pot
Credo sempre di più che il mistero dell’identificazione a Cristo sia l’unica possibilità di un destino buono anche per chi, come Cristo innocente, è vittima della violenza degli uomini. E per questo venerdì prossimo nella nostra Via Crucis qui in Cambogia proveremo a raggiungere altre case…
Di fronte alle vittime innocenti della malattia, allo «sbaglio di Dio». Perché anche là dove non c’è guarigione possa esserci almeno un po’ di comunione
Solo ora, con Sokhoeun, Sim e Kolap, nella mia parrocchia rurale di Pkah Doon in Cambogia posso cominciare a costruire e «il mondo non cessa di essere genesi». Si tratta di una scuola, piccola, perché «small is beautiful»…
Angelina Jolie ha tradotto in un film “First They Killed My Father“, il libro in cui la scrittrice cambogiana Luong Ung ha raccontato il genocidio perpetrato dai khmer rossi tra il 1975 e il 1979. E in un’intervista alla Bbc ha raccontato il suo rapporto con la Cambogia
A Sotto il Monte (Bg) l’incontro con 60 ragazzi di un istituto superiore che svolgono al Pime l’ «alternanza scuola lavoro». Che educatori e missionari se ne occupino con competenza e credibilità – tutta guadagnata sul campo – mi fa ben sperare e mi incoraggia a riconoscere un potenziale di azione da non sciupare sotto il peso di tante chiacchiere sempre rinunciatarie.
Cluster, scuola di musica ben oltre i confini di Milano. Grazie alla scommessa di un corso di chitarra lungo il Mekong, nella parrocchia di padre Luca Bolelli, missionario del Pime