Violenza di Boko Haram e povertà endemica. L’Estremo Nord del Camerun cerca di resistere grazie anche all’impegno indefesso di un missionario laico del Pime, Fabio Mussi, e all’«arma dell’istruzione»
Scappata dalla regione della Nigeria dove Boko Haram semina il terrore, Marceline, con i suoi tre figli piccoli, è stata accolta in Camerun. Dove ha incontrato solidarietà.
Fratel Ottorino Zanatta, 68 anni, è un missionario laico del Pime e fa l’agricoltore. Vive in Camerun, dove nel 2010 ha accettato la sfida di rendere produttiva una fattoria che si trova nell’Estremo Nord del Paese.
La crisi causata dalla rivolta di Boko Haram nel nord-est della Nigeria ha provocato la chiusura di migliaia di scuole – il 57 per cento solo nello stato di Borno -, e sono 3 milioni i bambini che non hanno accesso a un’istruzione regolare.
Trenta attentati suicidi dallo scorso aprile, ovvero più di uno alla settimana. L’ultimo questa mattina. È la tragica contabilità degli attacchi di Boko Haram nell’Estremo Nord del Camerun. Di cui non parla più nessuno. La testimonianza di fratel Fabio Mussi del Pime da Yagoua
Cinquant’anni di presenza del Pime, più di quaranta dedicati alla traduzione dei testi sacri nella lingua locale dei tupuri. È l’esperienza di due missionari trapiantati nel Nord del Paese
Le persone più vulnerabili e “scartate” sono al cuore dell’opera instancabile di padre Danilo Fenaroli del Pime, che da vent’anni offre accoglienza e assistenza al Centro Betlemme di Mouda