Domenica 6 settembre doveva essere il giorno delle elezioni parlamentari, rinviate con il pretesto del Coronavirus. Invece l’uso della legge sulla sicurezza nazionale per far tacere qualsiasi voce di dissenso nei confronti di Pechino funziona benissimo. E anche tra i cattolici fa discutere l’«ammonizione fraterna» dell’amministratore apostolico John Tong ai preti di astenersi da dichiarazioni politiche durante le omelie
Nel Territorio scosso da più di un anno dalle proteste si doveva andare alle urne il 6 settembre per il rinnovo dell’Assemblea legislativa. Per la prima volta l’opposizione avrebbe avuto chance di vittoria. Ma prima è arrivata la scure del blocco delle candidature ha fermato Joshua Wong e altri undici candidati poi oggi la governatrice ha annunciato il rinvio di un anno del voto causa Covid-19
Anche dopo la Sars – nel 2003 – Pechino cercò invano di introdurre una «legge sulla sicurezza nazionale» che imbavaglierebbe la democrazia a Hong Kong. Oggi Xi Jinping sta cercando di svuotare di poteri il Parlamento locale, dove a settembre l’opposizione avrà la maggioranza. E Carrie Lam dice che collaborerà all’implementazione della legge
La testimonianza di padre Gianni Criveller appena rientrato dalla città scossa dalle proteste: «La gente sembra intristita e tesa, le ferite sono profonde: entrano anche nelle famiglie e nella Chiesa stessa. Ma posso testimoniare che ci sono tanti inviti, spontanei e sinceri, alla preghiera per Hong Kong»
Si sono messi in fila per votare come non era mai accaduto. E i risultati – con il voto in massa dei giovani per i partiti democratici – sono eloquenti. Non si può rimanere indifferenti all’appello di una città meravigliosa, che con grande compostezza chiede di poter partecipare alla vita pubblica e politica
La quasi totalità della popolazione di Hong Kong condanna la violenza. Ma è il comportamento irresponsabile della governatrice Carrie Lam, ormai scaricata anche da Pechino, a incoraggiare le posizioni più radicali
Una folla immensa in strada per protestare contro le violenze della polizia e chiedere il ritiro della legge sull’estradizione. Il destino politico di Carrie Lam appare a un vicolo cieco e pone il problema di un’élite amministrativa, finanziaria e politica, sostenuta da Pechino, ma troppo distante dalla gente in una città viva. E dove le Chiese con il loro «ecumenismo di strada» stanno dando un contributo importante
Cattolica, 59 anni, è stata eletta come nuovo capo dell’esecutivo con la benedizione di Pechino. Volto più presentabile rispetto all’impopolare Leung Chun-ying, desta ugualmente perplessità tra molti cristiani per le sue politiche severe sul welfare e la vicinanza alle potenti famiglie filo-regime