Quattro deputati estromessi direttamente da Pechino, altri quindici dimissionari per protesta. E tutto questo dopo che a settembre erano già state strumentalmente impedite le nuove elezioni. Se Hong Kong è sparita dai media non è certo perché la sua vicenda sia stata risolta o sia meno grave
Il rinnovo per due anni dell’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi cinesi è un compromesso, duramente contestato da molti e celebrato con eccessivo entusiasmo da altri. Non è una situazione vantaggiosa per tutti. E il Vaticano paga un prezzo più alto di quello di Pechino
A Wuhan – la città cinese da cui è partita l’emergenza Coronavirus – anche la vita liturgica della locale comunità cattolica sta finalmente tornando alla normalità. Dal sito Independent Catholic News il racconto di una Messa domenicale tra canti ritrovati, il parroco che in Cina parla dell’enciclica di papa Francesco e il ricordo di chi è morto a causa della pandemia e mendicanti maestri di ecumenismo…
L’intervento di padre Gianni Criveller, missionario del Pime e sinologo, al convegno “Un’altra Cina”: “La missione in Cina e a Hong Kong non è solo una storia trascorsa da rimpiangere; è anche un presente difficile e persino incerto; ed è anche un futuro per il quale impegnarsi e per il quale sperare”
Il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin al convegno sui 150 anni del Pime in Cina tenutosi a Milano: «Ero e sono consapevole del fatto che l’Accordo provvisorio tra Santa Sede e Repubblica popolare cinese costituisce solo un punto di partenza. Ma in questi due anni ho notato segni di avvicinamento tra i cattolici cinesi che su tante questioni sono rimasti a lungo divisi. E questo è un segno importante»