Cinque milioni di alberi in cinque anni. È l’obiettivo della Campagna promossa dalla Conferenza episcopale della Nigeria per combattere i cambiamenti climatici, ma anche per ridurre i conflitti tra popolazioni di pastori e di agricoltori
Un anno fa – il 27 settembre 2020 – riesplodeva il conflitto sul Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaijan. Tra le “vittime collaterali” di questa guerra c’è la minaccia al patrimonio cristiano di questa regione. «Vogliono cancellare i segni della nostra presenza», denuncia padre Hambardzumyan, del Patriarcato armeno
Le ultime elezioni hanno nuovamente scatenato violenze e scontri in molte regioni del Paese, che è in mano a ribelli e mercenari. La testimonianza di monsignor Aguirre Muñoz da Bangassou
Una fine del Ramadan con una fatwa di condanna degli attacchi suicidi. E con un gruppo di manifestanti guidati da Zaheer Ahmad Zindani, un uomo accecato da una mina in un attentato, in marcia da settimane verso Kabul per dire basta al conflitto che dura da 17 anni
Secondo il Global Peace Index il mondo è stato un po’ meno violento nell’ultimo anno rispetto al precedente. Ma ci sono aree in conflitto dove la situazione peggiora.
Nella regione centrale della Nigeria – la “Middle Belt” – sono scoppiati nuovamente violenti conflitti tra pastori e agricoltori. Un intreccio di motivi economici, climatici, religiosi ed etnici difficile da districare
Si moltiplicano le strutture ospedaliere colpite dai diversi schieramenti nelle aree di guerra. Il 15 marzo Medici senza frontiere promuove un evento a Roma in cui ne discuterà con un generale dell’esercito italiano.
Parla padre Francesco Patton, da maggio alla guida della Custodia di Terra Santa: «Il primo impegno a Gerusalemme? Amare la sua complessità. I politici? Si occupino di pace vicina alla vita concreta»