Cantanti, scultori, scrittori hanno reagito con creatività all’emergenza globale provocata dalla pandemia. E, dall’Africa al Medio Oriente, hanno messo il loro talento al servizio della salute dei più vulnerabili.
Lo scriveva già Michel Foucault: «non esiste società più “assicurativa”, più preoccupata e interessata alla salute… di quella totalitaria». A Oriente come a Occidente
In queste ultime settimane in tutto in Medio Oriente i numeri del Coronavirus sono tornati a salire. Tra i Paesi più colpiti l’Iraq con oltre 500 vittime nell’ultima settimana. E Omar Mohammed – il «Mosul Eye» che di nascosto raccontava on line le barbarie dell’Isis durante l’occupazione – denuncia: «Da Baghdad niente test per noi, ma i casi sospetti qui sono ormai migliaia»
Sono tuttora 150 mila i lavoratori del trasporto marittimo bloccati in nave per l’emergenza Coronavirus. E c’è chi non riesce scendere a terra ormai da quindici mesi. L’appello dell’Organizzazione marittima internazionale per questo settore che nel mondo movimenta il 90% delle merci: «Siano riconosciuti come operatori di servizi essenziali»
Nel vertice Cina-Africa il governo di Pechino ha annunciato l’intenzione di cancellare i debiti in scadenza a fine anno concessi ai Paesi a basso reddito. Si tratta di una misura che si inserisce nel programma annunciato dal G20. Ma – come spiega l’economista Riccardo Moro – «Pechino, con i suoi prestiti facili per interessi politici, ha avute grosse responsabilità nel riacutizzarsi del problema. Che ora invece va affrontato in termini di sviluppo vero»
A 20 anni dall’appello del Giubileo contro gli interessi che soffocano lo sviluppo dei Paesi poveri, oggi il debito internazionale torna a preoccupare. E il Coronavirus ha posto nuovamente il problema. Cinque domande e cinque risposte su questo tema con Riccardo Moro, economista, già responsabile della Campagna Cei sul debito del 2000
Dalla diocesi di Imus la testimonianza di padre Giuseppe Carrara, missionario del Pime: «Quante grazie abbiamo sperimentato anche dentro questa tragedia»
Li chiamano «Pipa» è anche oggi a San Paolo sono l’immagine della vita, nonostante tutto. Anche se la realtà del Covid 19 si fa sempre più dura. E uno studio che arriva da Washington dice che il Brasile potrebbe superare gli stessi Stati Uniti per numero di vittime