Oggi il 50 per cento degli alunni in 19 scuole rurali della Guinea Bissau sono femmine. Le Missionarie dell’Immacolata hanno raggiunto questo risultato puntando sull’alleanza con le donne più grandi, le “maestre” dei villaggi. E ora partecipano a Run4Dignity.
In Italia, il numero delle donne straniere ha superato quello degli uomini. Vengono non solo per ragioni di famiglia, ma anche per lavoro. E sono sempre più impegnate nell’associazionismo, nell’imprenditoria e nelle istituzioni civili. Così come le italiane che sono emigrate all’estero e che crescono i loro figli in un orizzonte globale
L’8 marzo nel Giardino dei Giusti di Milano verranno piantati sei nuovi alberi con incisi i nomi di altrettante donne coraggiose – per lo più provenienti da Asia, Africa e Medio Oriente – che combattono senza sosta per il riconoscimento dei propri diritti nei loro Paesi. Ecco le loro storie.
Tra i premi distribuiti dall’Accademy quello per il miglior documentario tra i cortometraggi è andato alla regista pakistana Sharmeen Obaid-Chinoy per «A Girl in the River», un coraggioso film denuncia sulla storia di Saba, diciannovenne miracolosamente scampata a un delitto d’onore
«Caro papà Francesco, quando fai i tuoi viaggi missionari scegli, non per concessione ma perché è giusto e bello, anche delle donne per il tuo seguito. La forza delle immagini è importante nell’iniziare a far passare una nuova “immagine” di chiesa». Si rivolge così suor Rita Giaretta, in una lettera appassionata e lucida a papa Francesco, di ritorno dal suo viaggio in Messico.
Che cosa dice la «Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata», l’appello mondiale lanciato ieri a Parigi da un cartello di associazioni feministe di tutto il mondo per la messa al bando della pratica dell’utero in affitto
La tragica morte di una 30enne in una manifattura di mattoni nello stato meridionale di Telengana in India ripropone drammaticamente la questione del lavoro schiavo. Sono 100mila le manifatture di mattoni nel Paese e circa 23 milioni quanti vi lavorano, con una buona percentuale di minori.
Nella città giapponese di Kesennuma, colpita nel 2011 dallo tsunami, trenta donne hanno ritrovato la speranza nel lavoro. Le loro creazioni sono un esempio virtuoso di come si può abbinare solidarietà e business di successo