Che cosa spinge migliaia di persone dall’Honduras, dal Gutatemala o dal Salvador a partire con le carovane per inseguire il sogno di poter entrare negli Stati Uniti? I gesuiti del Messico e dell’America Centrale hanno provato ad analizzare le cause strutturali di questo esodo. Provando a indicare alcune risposte vere da attuare nei Paesi da cui partono i migranti
Luis è uno dei 600.000 figli di immigrati senza documenti autorizzati nel 2012 dall’amministrazione Obama a restare negli Stati Uniti ma tuttora senza uno status giuridico che li garantisca. Studente alla Northern Arizona University ha corso il minimo olimpico che gli dà diritto a partecipare alla gara dei 5000 metri piani. A Tokyo sarà il primo atleta a scendere in pista per il Guatemala dal 2000, ma anche un simbolo di tutti gli altri “dreamers”
In Guatemala uno dei casi di positività al Covid19 è un uomo imbarcato su un charter in Arizona il 26 marzo. Intanto 27000 «dreamers» – arrivati illegalmente come minori negli Usa e dunque a rischio di espulsione per la politica adottata da Trump – lavorano in prima linea negli ospedali americani tra i pazienti affetti dal virus
Tra gli ottocentomila a rischio negli Stati Uniti dopo la scelta di Donald Trump di cancellare il programma DACA c’è anche un giovane prete dell’arcidiocesi di Atlanta, figlio di immigrati messicani