È battaglia sulla liberalizzazione dei mercati con la fine dei prezzi minimi garantiti contenuta in tre leggi promosse dal governo Modi. Il timore dei piccoli agricoltori è che – pur ottenendo la libertà di scegliere dove collocare i propri prodotti – non abbiano la possibilità reale di contrattare i termini migliori della vendita con i privati
Per la prima volta Pechino dichiara l’acquisizione di un’intera infrastruttura strategica di un Paese. Salto di qualità della “nuova via della seta” che suscita preoccupazioni sulle conseguenze sulla sovranità delle aree interessate
Nel vertice Cina-Africa il governo di Pechino ha annunciato l’intenzione di cancellare i debiti in scadenza a fine anno concessi ai Paesi a basso reddito. Si tratta di una misura che si inserisce nel programma annunciato dal G20. Ma – come spiega l’economista Riccardo Moro – «Pechino, con i suoi prestiti facili per interessi politici, ha avute grosse responsabilità nel riacutizzarsi del problema. Che ora invece va affrontato in termini di sviluppo vero»
A 20 anni dall’appello del Giubileo contro gli interessi che soffocano lo sviluppo dei Paesi poveri, oggi il debito internazionale torna a preoccupare. E il Coronavirus ha posto nuovamente il problema. Cinque domande e cinque risposte su questo tema con Riccardo Moro, economista, già responsabile della Campagna Cei sul debito del 2000
Duemila ricercatori, startupper e innovatori sociali under 35 ad Assisi in risposta all’invito del Papa. «Immagineranno un nuovo modello di mercato, in armonia con la Terra e gli uomini», dice Luigino Bruni
Oggi l’arcidiocesi di Belo Horizonte in Brasile ricorda con un «pellegrinaggio per l’ecologia integrale» le 272 vittime del disastro di Brumadinho. Intanto però – nonostante la tragedia – il grande gruppo minerario brasiliano Vale, proprietario dell’impianto, ha chiuso il 2019 accantonando per gli azionisti dividendi per un importo superiore alle spese stanziate per indennizzi e opere di ricostruzione
Le nuove stime dicono che già entro il 2022 il 60% della popolazione indiana avrà uno smartphone. Ma dalle gare per le nuove reti a banda larga New Delhi ha già escluso i colossi cinesi Zte e Huawei