Il nuovo presidente dell’Argentina è Maurizio Macri, che ha vinto grazie all’alleanza con i settori moderati. La sua propensione al neoliberismo è conosciuta, il problema sarà come non vanificare anni di recupero dei salari e delle pensioni e di diminuzione delle disuguaglianze.
Unire il paese è la sfida per il presidente Ouattara, riconfermato con percentuali altissime (83%) da elettori mossi dal desiderio di pace. Un compito al quale anche la Chiesa, col Giubileo della Misericordia alle porte, può contribuire.
Domenica l’Argentina va alle urne per le presidenziali. Favorito il governatore di Buenos Aires Daniel Scioli (sostenuto ma non amato dalla Kirchner). La partita però è aperta, mentre la crisi del populismo a Buenos Aires si fa sentire