Due libri usciti di recente offrono chiavi di lettura importanti per guardare con gli occhi del popolo di Israele al dramma che si sta consumando in Medio Oriente
Dopo una serie di raid con droni, l’esercito ha dichiarato “zona rossa” l’area in cui sorge la struttura e imposto l’evacuazione forzata dei pazienti. Nelle stesse ore colpita anche la scuola del Patriarcato latino nella Striscia: «Profondamente turbato per l’accrescersi della violenza», ha detto Papa Francesco
Mentre nella Striscia di Gaza, martellata dalle bombe, il fantasma della carestia si fa sempre più reale e la guerra rischia pericolosamente di allargarsi, parla suor Nabila Saleh, che per sei mesi è rimasta rifugiata nella parrocchia cattolica insieme a 635 sfollati cristiani, in condizioni umanitarie disperate. Guarda qui la sua testimonianza nella puntata di Finis Terrae
Religiosa egiziana, suor Nabila Saleh ha vissuto 13 anni a Gaza. Negli ultimi mesi è stata rifugiata nella parrocchia latina insieme a 700 sfollati cristiani, sotto i bombardamenti e in condizioni umanitarie disperate, prendendosi cura dei più fragili. La sua testimonianza al Centro Pime di Milano, martedì 4 giugno alle ore 21
A due anni dall’uccisione della giornalista cristiana palestinese, il ricordo ad AsiaNews del fratello Anton. Il conflitto nella Striscia uno “shock” che lei avrebbe documentato per «adempiere alla missione di giornalista». La battaglia della famiglia per la verità sulla sua morte
Padre Ibrahim Faltas, padre Gabriel Romanelli e, dall’Egitto, padre Rafic Greice lanciano appelli per scongiurare l’incursione israeliana a Rafah, che rischia di provocare un «dramma finale» per la Striscia di Gaza e la sua popolazione
Nonostante la guerra, continua a essere attivo il laboratorio di produzione di ostie della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, avviato nel 2020 grazie Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. «È un segno di speranza, un filo di luce che non si arrende», dice il presidente Arnoldo Mosca Mondadori
La religiosa egiziana dirige la scuola più grande di Gaza, dove i giovani imparavano la tolleranza. «Oggi molti di loro sono morti sotto le bombe. Noi rimaniamo per aiutare: dove altro potremmo andare?»