Tra i tanti appelli di queste ore che il presidente americano Donald Trump non ha ascoltato riconoscendo Gerusalemme capitale di Israele senza prima un accordo di pace, il più toccante è quelle delle 600 famiglie del Parents Circle, l’associazione che riunisce le famiglie delle vittime tanto israeliane quanto palestinesi del conflitto
È sparita subito dai notiziari, ma la crisi alla Spianata delle Moschee innescata dall’attacco di venerdì non è affatto conclusa. E tira una bruttissima aria in queste ore a Gerusalemme
Proprio nel giorno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario della Guerra dei Sei giorni – con tutte le sue ferite ancora aperte – dalla Terra Santa una nuova storia sulla vita più forte di ogni barriera. Scuola di pace quotidiana per Israele e per la Palestina
Il suo conflitto è sempre meno al centro delle agende di politica internazionale, l’Intifada non fa più notizia. E ora persino i pellegrini dall’Italia diminuiscono. Che cosa succede alla Città Santa?
Parla padre Francesco Patton, da maggio alla guida della Custodia di Terra Santa: «Il primo impegno a Gerusalemme? Amare la sua complessità. I politici? Si occupino di pace vicina alla vita concreta»
Diventano ogni giorno più terribili le notizie dell’intifada. Eppure anche in queste ore di follia ci sono palestinesi e israeliani che provano a incontrarsi e a mettersi ciascuno nei panni dell’altro. Persino coloni e palestinesi che si abbracciano nel dolore. Le storie di questi uomini e donne coraggiose, da leggere prima di sparare (da lontano) giudizi che non fanno altro che moltiplicare l’odio