Un anno dopo l’inizio del conflitto, l’Onu definisce la situazione sudanese «uno dei peggiori disastri umanitari della storia recente». Migliaia di morti e quasi 9 milioni di persone costrette a lasciare le loro case. Ma nessuno ne parla. E nessuno interviene
È l’appello di suor Regina, religiosa birmana delle Suore della Riparazione, che ha portato la sua testimonianza al Centro Pime di Milano, in occasione di un momento speciale di preghiera per il suo Paese, che vive anche quest’anno una Pasqua segnata dalla guerra e dalla sofferenza
Nel Paese oggi nell’occhio del ciclone per gli attacchi Houthi nel Mar Rosso, la ong fondata da Asia Al-Mashreqi ha aiutato due milioni di rifugiati di guerra. «Ma il mondo ha lasciato solo il mio popolo», dice la vincitrice del Premio Nansen dell’Onu. Che è la protagonista anche della nuova puntata di Finis Terrae
Sono quasi otto milioni i profughi e gli sfollati sudanesi. Un’emergenza senza fine e sempre più grave, accompagnata da gravi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Ma non si intravvedono vie d’uscita al conflitto civile. Il Pime impegnato con i profughi in Ciad
È il Paese più giovane dell’Africa, nato nel 2011. Ma le grandi speranze del Sud Sudan si sono scontrate la guerra civile, le ripetute crisi umanitarie e, oggi, l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi in fuga dal vicino Sudan. In prima linea, in mezzo a tante emergenze, c’è il missionario Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, che da quasi vent’anni condivide il travagliato cammino di questa terra. Compresa la violenza: nel 2021 un attentato lo ferì gravemente alle gambe. Ma non si è lasciato scoraggiare: qui ci racconta la sua opera e quella della Chiesa sudsudanese per assistere la gente, promuovere l’istruzione dei giovani – in particolare le ragazze – e portare avanti un cammino di riconciliazione, unica via per un futuro di pace
La riflessione comune delle riviste missionarie italiane in occasione della Giornata mondiale della pace 2024, segnata dalla recrudescenza di così tante guerre: «Chiediamo perdono per le ingiustizie dimenticate troppo a lungo»
Mentre la violenza in Medio Oriente raggiunge livelli sconcertanti, le parole di odio rischiano di soffocare le voci di chi, su entrambi i fronti, non smette di lottare per la riconciliazione. Voci che spesso sono quelle delle donne. Come le protagoniste della nuova puntata di Finis Terrae
La religiosa egiziana dirige la scuola più grande di Gaza, dove i giovani imparavano la tolleranza. «Oggi molti di loro sono morti sotto le bombe. Noi rimaniamo per aiutare: dove altro potremmo andare?»