Dieci anni fa l’Isis invase le terre degli yazidi: gli uomini furono massacrati, le donne vendute come schiave. Oggi molte di loro curano i traumi sui campi da gioco
A vent’anni dalla caduta di Saddam Hussein e dopo la persecuzione dell’Isis, i cristiani affrontano una nuova prova: una campagna contro il cardinale costretto a lasciare Baghdad per Erbil. Da dove dice: «Rialziamoci e non perdiamo la speranza»
Proprio mentre tutto il Medio Oriente soffre con la Turchia e la Siria in ginocchio per il terremoto, nelle nostre “Storie oltre i confini” raccontiamo il coraggio e il riscatto di chi ha già sofferto per altre ferite in questa stessa regione del mondo: quella di Janan Shaker Elias, una giovane yazida che nella Piana di Ninive in Iraq ha deciso di creare una piccola libreria che si è trasformata in un polo di rinascita culturale e sociale.
Perseguitati e cacciati dalla propria terra d’origine, il Sinjar, nel Kurdistan iracheno, gli yazidi si aggrappano alla loro religione e alle tradizioni. Come il pellegrinaggio al santuario più importante. Intanto, però, sempre più giovani cercano di emigrare all’estero
Sono almeno 30 i morti e quasi 800 i feriti degli scontri avvenuti in questi giorni a Baghdad. Dove, nonostante l’invito alla calma del leader sciita Moqtada al-Sadr, la tensione resta alta
Nelle paludi mesopotamiche gli uomini vivono in simbiosi con l’acqua da cinquemila anni. Ma questo tesoro di biodiversità oggi è a rischio: «Siamo in piena emergenza idrica», afferma l’attivista Ali Alkarkhi
Il claun “il Pimpa” – che porta i suoi spettacoli di magia nelle terre del Medio Oriente disastrate dalle guerre – è a Mosul per riaccendere il sorriso sui volti dei bambini. Ma nella distruzione quotidiana “sono i bambini a salvarmi la vita”, racconta
Mentre non si è ancora spenta l’eco della visita di Papa Francesco, nel Paese la violenza delle milizie torna a mostrare il suo volto più brutale. Nella provincia di Maysan è stato ucciso Hattab Jaseb, il padre dell’avvocato Ali, rapito e sparito nel nulla nell’ottobre 2019. Hattab non si rassegnava e chiedeva pubblicamente giustizia