La libraria di Mosul – Finis Terrae #3

Proprio mentre tutto il Medio Oriente soffre con la Turchia e la Siria in ginocchio per il terremoto, nelle nostre “Storie oltre i confini” raccontiamo il coraggio e il riscatto di chi ha già sofferto per altre ferite in questa stessa regione del mondo: quella di Janan Shaker Elias, una giovane yazida che nella Piana di Ninive in Iraq ha deciso di creare una piccola libreria che si è trasformata in un polo di rinascita culturale e sociale.
 

Padre Mourad, dalle catene dell’Isis alla cattedra di Homs

Papa Francesco oggi ha dato il suo assenso all’elezione come arcivescovo siro-cattolico di Homs di padre Jacques Mourad, co-fondatore insieme a padre Paolo Dall’Oglio della comunità di Mar Mousa, che nel 2015 per cinque mesi fu sequestrato dallo Stato islamico. Dopo la liberazione raccontò a Mondo e Missione: «In quei giorni è cambiato il senso della mia vita». Nell’ultimo anno era già tornato a Qaryatayn dove ha riaperto nel segno della riconciliazione il monastero distrutto dai jihadisti
 

Haiti, suor Marcella: situazione “terrificante”. Violenze, esecuzioni e stupri stile Isis

Dall’isola caraibica la testimonianza della francescana suor Marcella Catozza. Ogni giorno decine di sequestri: se la famiglia non paga il riscatto le persone vengono giustiziate per la strada. Filmati e video su internet fonte di ispirazione per le bande criminali, che si fanno crescere la barba e proclamano un “califfato haitiano” senza nemmeno sapere che cosa significhi. Il funerale in chiesa per un membro di una banda: “ultimo istante di verità” nella sua vita.
 

Aspettando il Papa nell’Iraq ferito

Lo storico viaggio di Francesco, in programma dal 5 all’8 marzo, è atteso con trepidazione non solo dai cristiani, che rischiano di scomparire dalle loro terre, ma da un intero popolo, esausto dopo decenni senza pace. Le loro testimonianze in questo articolo e nella serata che mercoledì 3 alle 21 proporremo in streaming sul canale YouTube del Centro Pime con padre Benham Benoka dalla Piana di Ninive
 

Perché non vanno dimenticati i cuccioli dell’Isis

La propaganda jihadista dell’Isis, con il suo indottrinamento, ha scritto nuove, terribili pagine sull’uso dei bambini nei conflitti armati. Ed è un’emergenza che non è finita con la sconfitta «territoriale» dello Stato islamico. La testimonianza di fra Stefano Luca, frate cappuccino che ha studiato il fenomeno e le possibili risposte per togliere i figli dei jihadisti dalla propaganda di morte che grava ancora su di loro
 
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