È quanto sostiene il leader cattolico palestinese di Betlemme, Bernard Sabella, già rappresentante di Fatah e segretario esecutivo del servizio ai rifugiati palestinesi del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, in un discorso pronunciato oggi al Consiglio d’Europa
È il messaggio che proviene da Neve Shalom Wahat al-Salam, un villaggio dove israeliani e palestinesi vivono insieme. E dove oggi si condividono momenti di paura e di sconcerto. «Non possiamo vivere in tranquillità e sicurezza senza riconoscere i pieni diritti di ogni singolo essere umano», dice Samah Salaime, direttrice dell’ufficio comunicazione e sviluppo del Villaggio, di cui pubblichiamo il messaggio
L’Associazione italiana amici di Neve Shalom Wahat al Salam mette a disposizione una borsa di studio per giovani che desiderano fare un tirocinio di sei mesi in Israele nel villaggio Oasi di pace, dove ebrei e palestinesi vivono insieme per scelta: un modello concreto di convivenza possibile
L’omelia del patriarca latino di Gerusalemme nella veglia di Pentecoste presieduta nella chiesa più vicina a Sheikh Jarrah, a poche ore da un cessate il fuoco che non ha spento gli odi di questi drammatici giorni: «Non bastano gli incontri interreligiosi: impegniamoci perché nelle nostre scuole, nelle nostre istituzioni, nei media, nella politica, nei luoghi di culto risuonino il nome di Dio, di fratello e di compagno di vita»
Mentre da dieci giorni il conflitto semina morte e distruzione tra la Striscia di Gaza e Israele, un gesto semina speranza. La famiglia di Yigal Yehoshua – 56enne ebreo, vittima delle violenze a Lod – ha accettato la donazione di un organo che ha portato nuova vita ad una donna araba. “Questo rene ebreo ora è parte di me”, ha raccontato
Due attacchi incendiari nel giro di una settimana, di cui uno con danni seri. È iniziato finendo vittima di gravi gesti di violenza l’anno scolastico a Neve Shalom-Wahat al Salam, l’«oasi di pace» in Terra Santa dove arabi ed ebrei vivono e studiano insieme imparando a conoscersi e rispettarsi
Un film del regista Dror Zahavi, da oggi nelle sale, racconta la storia di un’orchestra mista di giovani musicisti israeliani e palestinesi che impara a convivere e a collaborare. Perché nessuna barriera è veramente insormontabile
Lettera aperta del clero di tutte le confessioni cristiane contro l’annessione degli insediamenti da parte di Israele: «Sentiamo il peso della storia sulle nostre spalle per continuare a mantenere la presenza cristiana nella terra dove tutto ha avuto inizio. Soffocando Betlemme l’annessione spingerà altri nostri giovani a emigrare: si fermi questa ingiustizia»