Nell’area industriale alla periferia di Dacca, padre Gian Paolo Gualzetti svolge un apostolato molto particolare, di vicinanza e sostegno ai giovani operai spesso costretti a lavori estenuanti, insicuri e malpagati
Sono passati cinque anni dalla tragedia nell’industria tessile del Bangladesh che produceva per i grandi marchi occidentali. Da allora una campagna internazionale per la sicurezza sul lavoro ha portato a passi avanti importanti. Ma restano ancora grandi marchi che non hanno aderito
Maria Elisabetta Alberti Casellati – eletta qualche giorno fa alla guida del Senato italiano – nel 2007 al Pime di Milano sfilò insieme ad altre parlamentari nell’ambito di una campagna per l’equità nelle condizioni di lavoro nell’industria tessile nel Sud del mondo. Un impegno che ci permettiamo di ricordarle oggi, perché – come recitava l’appello che sottoscrisse in quell’occasione – merita di essere portato di nuovo all’attenzione dei presidenti di Camera e Senato…
Un video diventato virale qualche giorno fa mostrava una collaboratrice domestica etiope che cadeva dal settimo piano, mentre la padrona di casa filmava senza intervenire. Si è parlato di tentato suicidio, ma ora c’è un’altra versione dei fatti, che rivela lo sfruttamento in cui vivono molti lavoratori migranti nel Paese.
In occasione della Giornata mondiale della pesca – che si celebra oggi – la Lituania ha ratificato la convenzione del 2007 dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro sulla tutela dei lavoratori, che può così finalmente entrare in vigore. In un settore cruciale per l’alimentazione globale, ma anche molto esposto oggi a schiavismo e altre forme di sfruttamento
Il britannico Andy Hall aveva denunciato lo sfruttamento della manodopera nell’industria della lavorazione della frutta, in buona parte destinata all’esportazione verso l’Europa. La giustizia thailandese, dopo una denuncia del colosso locale National Fruit, l’ha condannato per diffamazione e reati informatici
Alla cena della strage di Dhaka, insieme agli italiani, c’era anche Ishrat Akhond, 45 anni, che aveva condotto una campagna con l’Unicef contro il lavoro minorile. Uccisa anche lei per essersi rifiutata di recitare il Corano davanti agli aguzzini
Conosceva bene molte delle vittime della strage Giuseppe Berto, imprenditore padovano da quasi vent’anni in Bangladesh, amico di tanti missionari. Per «Mondo e Missione» nel 2009 aveva scritto una testimonianza che – riletta oggi – può aiutare ad andare oltre certe semplificazioni sugli imprenditori tessili occidentali che producono in Bangladesh