Cresciuta nella comunità cattolica di Shek Lei è segretaria generale dell’International Domestic Workers Federation. Dall’autunno 2021 si era trasferita a Londra, ma in questi giorni aveva fatto tappa a Hong Kong per fare visita al marito in carcere da due anni per le battaglie pro-democrazia. È stata fermata all’uscita del penitenziario sempre con l’accusa di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale, voluta da Pechino
Il testo integrale della “lettera di mitigazione” inviata al giudice della corte distrettuale di Hong Kong da Lee Cheuk-yan, attivista in carcere per aver organizzato anche lo scorso anno la veglia che ricorda le vittime di Piazza Tiananmen: “Ora che sono imprigionato come lo era Gandhi imparerò anche, come lui, a non avere paura”
Dopo l’approvazione della famigerata legge sulla sicurezza nazionale, il 1° luglio 2020, la metropoli asiatica si è vista ridurre drasticamente gli spazi di libertà e democrazia. Molte incognite anche per i cattolici
Stanotte entrano in prigione altri cari amici, tra i quali Lee Cheuk-yan, Cyd Ho e Leung Kwok-hung. Molti dei condannati per “assemblea illegale” sono cresciuti con la Chiesa locale e i missionari del Pime. Sono i confessori dei nostri giorni: meriterebbero più riconoscimento. Ma il nostro tempo e questo mondo non amano la libertà
Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa della città – in programma domenica 4 – l’analisi di Lee Cheuk-yan, leader storico del movimento democratico. «Pechino ha fatto solo promesse. A questo punto la mia generazione si sente dire dai giovani che ha fallito e non sta assicurando a Hong Kong un futuro di prosperità e di libertà»