È deceduto questa notte, nella casa del Pime di Rancio di Lecco, padre Roberto Donghi, missionario del Pime che ha vissuto a lungo in Guinea Bissau. Avrebbe compiuto 49 anni tra qualche giorno. Lo avevamo incontrato poche settimane fa e ci aveva raccontato della sua missione africana, dei legami che continuava a mantenere vivi con la sua gente di Catió e delle isole Bijagos, del suo desiderio di continuare a essere utile pure da qui. E anche della fatica di confrontarsi con il mistero della malattia… Ecco quello che aveva condiviso con la nostra rivista
«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» recita una delle beatitudini secondo Matteo. Forse l’esperienza di questo virus sta facendo riemergere una profonda nostalgia di comunione, di verità, di rapporti più certi, più autentici tra di noi
Alla chiesa del Gesù Nuovo a Napoli gli scatti di Maria, che a 30 anni ha già affrontato un tumore e ha incontrato i migranti al campo di impegno sociale del Pime. E ora si prepara a partire quest’estate con «Giovani e missione» per il Bangladesh. Il suo racconto in un video di «Avvenire»
Improvvisamente tutti i miei studi, tutta la mia teologia, tutta la mia speranza per Hieng, si riversano e si condensano in quelle parole imparate dalle labbra di mia mamma e dalle suore che mi hanno preparato ai primi sacramenti
Di fronte alle vittime innocenti della malattia, allo «sbaglio di Dio». Perché anche là dove non c’è guarigione possa esserci almeno un po’ di comunione
L’offerta della malattia e della sofferenza “per le missioni” sostiene da sempre l’impegno di evangelizzazione e di testimonianza della Chiesa. Non c’è da compiacersi del dolore. Ma nemmeno è possibile ignorarlo.